A cavallo dei due secoli ci fu un proliferare di band che vennero, volenti o nolenti, inserite nell’immenso calderone chiamato new metal. Tra queste ci furono anche i Trapt che riscossero un certo successo, soprattutto negli Stati Uniti, grazie al video di “Headstrong”. La fama, però, durò davvero molto poco e, come spesso accade quando ci sono dei generi che scoppiano all’improvviso e diventano dei trend, per la grande parte di questi gruppi il successo svanì di lì a poco, soprattutto quando le luci della ribalta vennero spostate altrove. I Trapt, però, hanno continuato ad esistere e a sfornare album, con continui cambi di formazione e con, purtroppo, zero appeal verso il pubblico e le nuove generazioni. Non volendo sapere di smettere e appendere gli strumenti al chiodo, gli americani hanno pubblicato un nuovo disco, dal titolo “The Fall”, che, nonostante non sia per nulla innovativo, va apprezzato perché possiede belle canzoni. A discapito di una produzione non eccezionale, a salvare capre e cavoli ci pensano un pugno di brani che sono radio oriented e che hanno la capacità di non annoiare. La band, pur non volendo (o potendo) mai pestare il piede sull’acceleratore, macina una serie di pezzi niente male, come la malinconica “Meant To Be” dal ritornello immediato, la fresca “Try It First” o la ballata, valida per tutte le circostanze, quale “Home”. Ci si rende conto che l’ispirazione è finalmente ritornata quella di un tempo quando si è alle prese con la veloce “Safe Here In The Shade” che un tempo avrebbe avuto dei passaggi radiofonici anche dalle nostre parti. Probabilmente manca un pochino di cattiveria che avrebbe consentito alle canzoni di essere ancora più incisive, ma non si può sempre avere tutto dalla vita. Rimane la sensazione di trovarci dinnanzi a degli artisti maturi che suonano per divertirsi e basta dare un ascolto a “Pride” per capire come l’ispirazione sia stata ritrovata d’incanto dai Trapt.