Poco importa che si tratti di metalcore, deathcore o qualsiasi altro genere. Non ci interessano le categorie, ma le idee e di idee i Sunfall ne hanno parecchie. Lo avevano già dimostrato con ‘Sunfall’ che arrivò in redazione come un meteorite e fece saltare tutto per aria. Una volta siglato l’accordo con Out Of Line, gli inglesi si sono chiusi in studio per dare alle stampe una serie di canzoni ferali, in grado di esplorare in maniera profonda e tematica le tristi realtà che la nostra società ci costringe ad affrontare. L’album riflette sulla miriade di crisi globali che colpiscono il nostro mondo e cattura una narrazione toccante della morte prematura indotta dalla regressione politica, ambientale, economica e sociale. Lo fa un po' alla Rage Against The Machine, sfoggiando un’analisi politica rara da trovare in circolazione, ma quando Aidan Cooper comincia a berciare nel microfono emerge anche un’altra componente fondamentale ovvero quella del live. ‘Les Morts Sont Nés Ici’ è infatti pensato, scritto e prodotto per essere consumato dal vivo, per dare ai ragazzi il materiale necessario per scaraventarci a dieci metri dal palco. Il guitar work di Oliver Welzen-James è semplicemente micidiale e la sezione ritmica compete a testa alta con quelle delle migliori realtà della scena britannica attuale. Una scena che non è mai stata a livelli così elevati e nella quale i Sunfall si sono inseriti trasversalmente, giocando sulla sorpresa e sul passaparola scaturito da una performance più distruttiva dell’altra. Pezzi come ‘Nothing’, ‘Infinite Violent Potential’ o ‘Blood Moon’ lasciano aperte porte importanti per il futuro ed altri frangenti quali ‘Reapers’, resa imperdibile dalla presenza di Aaron e Luka dei TEN56., o ‘Pain Inc.’ mostrano quanto sia sia evoluta la produzione in poco più di un anno.