In attesa di farci ascoltare il successore di ‘Pierres Brûlées’, lavoro che pareva edito da una band islandese tanta la sua capacità di descrivere minuziosamente l’irruenza di un vulcano e la sua costante minaccia sul genere umano, Les Acteurs De L’Ombre Productions ha ripreso la trilogia dei venti dei francesi e l’ha rimasterizzata e ristampata, con diverse bonus track e un packaging da urlo in formato A5, per la gioia di tutti gli appassionati di epic black metal. Nei prossimi giorni analizzeremo tutte e tre le uscite, un po’ per volta com’è giusto che vadano ascoltate, non solo perché sono uscite a diversi anni di distanza tra loro. ‘A La Croisée Des Vents’ viene aperto da un delicato arpeggio – pensate a ‘Bard’s Song’ dei Blind Guardian – seguito da una serrata linea di batteria e dalla voce sguaiata del frontman. L’EP è uscito originariamente nel 2008, dopo che la band aveva registrato il demo ‘Le Chronique Des Vents’, ed i pezzi vennero poi promossi da Thor’s Hammer Productions con la raccolta ‘Opus 1’, contenente anche la cover di ‘Hymn I - Wolf and Fear’ degli Ulver. Nonostante si tratti quindi del materiale più datato della formazione guidata da Spellbound (An Norvys, Jours Pâles, ex-Asphodèle) – attenzione perché si è appena arricchita con l’ingresso del chitarrista degli Aeon Patronist Alexandre "Lenos" Thiong-Sion – scorrendo le tracce è già evidente una solida visione ed un’attenzione ai dettagli quasi maniacale. ‘La Guillotine Est Fort Expéditive’, ‘Le Charroi De Nïmes’ e ‘1693-1694 Famine et Anthropophagie’ raccontano molto di ciò che siamo e rappresentano una forma d’arte black metal, sia dal punto di vista sonoro che da quello estetico, totalmente elitaria, di cui vantarsi pure con i più accaniti fautori della scena norvegese degli anni novanta. Chi ha vissuto quel periodo sulla propria pelle ha senza dubbio tante storie da raccontare, ma le hanno anche gli Aorlhac, alla riscoperta dell’Occitano e delle leggende del Sud della Francia, così come dell’Italia e della Spagna.