A distanza di un anno esatto, gli Eclipse ritornano sul “luogo del delitto” e mettono in circolazione “Megalomanium II”, un lavoro che, dopo una serie di attenti ascolti, appare decisamente più ispirato rispetto al suo predecessore (“Megalomanium). Intendiamoci, non c’è nulla di nuovo sotto il sole, visto che la band scandinava si muove sulle consuete coordinate rock/AOR, grazie ad un robusto uso della melodia che si intreccia perfettamente con il suono tosto delle chitarre. Se il guru Bon Jovi dovesse ascoltare questo platter, non dovrebbe avere problemi nell’alzare il pollice in alto, dal momento che la proposta del quartetto sembra quella che avrebbe dovuto perseguire il cantante originario di Sciacca, dopo la pubblicazione del fortunato “New Jersey”, se solo avesse voluto. Non essendo stato possibile tutto ciò, si sono succeduti nel corso degli anni una serie di suoi adepti tra cui gli Eclipse che lo ricordano tremendamente in brani dal facile appeal radiofonico come “All I Want”, “The Spark” e “Apocalypse Blues”. I cori sono possenti e i ritornelli si lasciano canticchiare: in questo modo il gioco è facilmente fatto. Anche quando si rallentano i ritmi il risultato che ne viene fuori è buono. “Still My Hero” sarebbe stata perfetta nei cotonati anni ottanta, così come “Dive Into You”. La seconda parte del lavoro ricalca la prima con una serie di estratti ad altissimo contenuto commerciale, ma con la variante positiva che c’è del rock tosto a fare da guida al tutto. E quindi si potrà ripensare agli anni andati in cui spandex e spalline facevano la loro figura grazie a canzoni quali “Pieces”, “Divide & Conquer” e “To Say Goodbye” che ci faranno sentire più giovani e meno spensierati. Del resto il rock dovrebbe avere, tra le sue tante virtù, anche questo incredibile potere, ovvero riportarci agli anni più belli della nostra vita. Su questo punto gli Eclipse hanno fatto assolutamente centro.