Tra le formazioni più interessanti della “nuova” scena black metal svedese è doveroso annoverare anche gli autori di ‘Ulv’ e ‘Svartr Sól’, che tornano in pista, più agguerriti che mai, con queste otto tracce presentate col bellissimo quadro di Frank Dicksee in copertina e devote alle profezie ed ai rituali più antichi della cultura norrena. Il basso di Osgilliath (Vox Lvciferi) è in costante primo piano nel mixaggio e, nello specifico, in pezzi come ‘The End Of Days’ e ‘White Beast From Hel’ la fa da padrone. Il gruppo è completato dal leader Seiðr, polistrumentista ex-Serpent Omega, dal drummer Pär Johansson, ex-Sodomisery e Diabolical, e dai chitarristi Herjann e Reynir e la sensazione è che la scaletta sia stata strutturata per rendere ancora di più dal vivo. Al cospetto di tanti progetti da studio (tra tutti gli ucraini Drudkh con cui i Seid sembrano avere vedute simili) o comunque dischi che difficilmente vengono trasportati in sede live nella loro interezza, ‘Hymns To The Norse’ è un lavoro in studio integro e organico, dotato di quel fervore malvagio che tanto piace ai vecchi seguaci del genere ma pure di quel “punch” moderno di cui hanno necessariamente bisogno le uscite di oggi. ‘Hymn To The North’ sfuma nel silenzio riferendosi al fatto che tutti i brani ascoltati in precedenza non erano altri che inni profondamente sepolti nella nostra comune discendenza. Un modo come un altro di approfondire la conoscenza di un movimento che non è soltanto Marduk, Watain o Dark Funeral.