Gli MC5 non esistono più, visto che da qualche tempo Wayne Kramer ha deciso di lasciare definitivamente questo pianeta. Prima di congedarsi fisicamente da tutto e tutti, il grande leader ha voluto fare un regalo ai suoi fans, che aspettavano da “solo cinquanta anni” un nuovo disco della band con cui si era fatto conoscere dagli appassionati del rock e del punk, lasciando in eredità “Heavy Lifting”, un lavoro bellissimo che potrebbe essere etichettato come il manifesto del crossover del nuovo millennio. Non stiamo esagerando, perché quest’album è pieno di grandi canzoni, molto variegate tra loro, e di ospiti importanti che ne hanno innalzato decisamente la qualità. La titletrack, con un redivivo Morello alla chitarra, potrebbe essere il segno di continuità con il passato, mentre “Barbarians At The Gate” è uno sporco rock’n’ blues in cui l’armonica ha un ruolo predominante. Ci sono tantissime influenze con il soul degli anni d’oro che fa capolino in più di una circostanza. Basta, per esempio, dare un ascolto all’esplosiva “Twenty-Five Miles” per rendersi conto di come ci sia anche tanta Motown in questo platter. Non è un caso che poi lo stesso Kramer si sia affidato ad una leggenda come Vernon Reid per suonare una traccia quale “Can’t Be Found” che farebbe impallidire uno come Lenny Kravitz che da tempo non scrive più canzoni del genere. Va anche sottolineato come in “Heavy Lifting” ci sia alla batteria Dennis Thompson che ci ha lasciato anche egli qualche mese fa. Continuando con la carrellata di ospiti non si può non citare la tosta “The Edge Of The Switchblade” che trova due grandi protagonisti come Slash e William Duvall che le conferiscono quel tocco di rock stradaiolo che si confà a qualsiasi cosa che porti il nome dei MC5. Per il resto ci sono momenti anche introspettivi, rappresentati dalla buia “Change, No Change” e dalla melodica “Because Of Your Car”, a cui fanno da contrasto citazioni tipicamente “anni sessanta” (“Blind Eye”). La produzione di un mito come Bob Ezrin dà al platter quel tocco mainstream che non guasta in casi come questi, visto che ogni canzone è in grado di rimanere in piedi da sola e di avere quella freschezza che appare insolita per gente di una certa età come lo era il buon Kramer. Insomma, per avere un’idea di cosa si possa trovare qui, vi consigliamo di prendere senza indugi “Heavy Lifting”. Si tratta di un vero e proprio disco crossover che non avrebbe sfigurato se fosse uscito tra la fine degli anni ottanta e gli inizi dei novanta. Davvero un commiato perfetto per uscire dalle scene in grandissimo stile.