È sufficiente osservare i dettagli della copertina del successore di ‘Chapter III – Downfall’ per capire che il gruppo svizzero-tedesco ha cercato di dare alle stampe l’ennesima opera d’arte in grado di differenziarsi dalle varie uscite del genere. Questo è senza dubbio un punto a favore per Melissa Bonny e compagni che fin dall’inizio del loro percorso hanno fatto di tutto per non assoggettarsi a quanto proposto nella scena symphonic metal. Dopo la trilogia ci saremmo però attesi una manciata di canzoni più efficaci e invece ‘Abyss’ appare come un disco di transizione, alla ricerca di un’identità musicale definitiva. In scaletta trovano posto un paio di singoli di grande impatto, ma anche una serie di tracce inconcludenti o di passaggio. La stessa produzione risulta scontata e troppo in bilico tra concessioni radiofoniche e un’essenza heavy metal o comunque rock che a tratti pare dissolversi. Probabilmente la fretta di tornare sul mercato e sfruttare al meglio il buon momento, anche grazie all’eccellente promozione di Napalm, ha mal consigliato i ragazzi. ‘Aftermath’ e ‘Euphoria’ sono gli episodi in cui la cantante, ormai attiva con tante collaborazioni (Kamelot, Feuerschwanz, Subway To Sally, Powerwolf oltre al progetto parallelo The Dark Side Of The Moon..), offre il meglio del proprio spettro vocale. L’aspetto positivo è che i passaggi illuminati potrebbero rappresentare il preludio a qualcosa di molto più importante e convincente. Quello negativo è che forse gli Ad Infinitum hanno perso un’occasione e, soprattutto di questi tempi, il music business non perdona.