Un ritorno agghiacciante quello del gruppo post-black metal belga che si superano veramente, riuscendo a ribaltare diversi concetti espressi col debutto di due anni fa. Se ‘Cursed By The Crown’ si era tutto sommato allineato con gli standard del genere, prediligendo una componente avanguardistica prettamente nordeuropea e includendo nello spettro delle influenze parecchio atmospheric black metal americano, ‘Emperor Of The Sun’ appare fin da subito un disco molto differente, sia nella struttura dei pezzi che nella produzione. La durata delle tracce è quasi sempre sui cinque-sei minuti – solo la title track supera i sette - ed i suoni sono di stampo internazionale con le chitarre di Jérôme di Naro e Geoffrey Deghaye, anche nei Dawnbreath, in costante primo piano. ‘Eclipse Of The Empyreal Dawn’ – bellissimo il verso “In the realm where shadows dance, a mystical figure, a chance. Born of darkness, forged in strife. He yearns to soar beyond this life through the veil of endless night” – e ‘Towards the Flame’ sono i simboli di una crescita che impone i Räum ai massimi livelli dell’underground estremo europeo. Anche le parti vocali di Oli Jacqmin, pure nei Down To Dust di ‘No Room For Your Kind’, sono migliorate e la figura di questo imperatore/dio illuminato dal sole non è poi molto distante da quelle di alcuni leader di oggi. Dal punto di vista lirico ricerca un percorso dritto verso gli abissi con liriche decadenti, al limite della disperazione, come “Fallen hopes, like embers the night. Ignite, chaos, a symphony fright, bodies consumed by the flames within. A life of agony, where torment begins”. Una buona scusa per ascoltarsi altre release recenti di Les Acteurs De L’Ombre o dischi di black metal belga che hanno fatto la storia come ‘De Doden Hebben Het Goed’ dei Wiegedood e 'Kravaal' dei Krvl.