Confesso che il ritorno dei danesi rappresentava per me una delle uscite dell’anno solare per un’etichetta come Nuclear Blast, che nel corso degli anni ha purtroppo perso molto del suo peso sul mercato metal moderno. I Cabal sono tutto quello di cui ho bisogno in questo momento. Aggressivi, intelligenti, molto tecnici ma mai freddi o calcolatori, capaci di trasportare in studio l’energia spropositata delle loro esibizioni dal vivo e pure di evolvere, di disco in disco, una proposta che prende spunti sia dal deathcore che dal metalcore di qualche tempo fa o dal nu metal. Buona parte di ‘Everything Rots’ si spiega così. Dal punto di vista sonoro non c’è grande differenza con ‘Magno Interitus’, con inserti elettronici inquietanti e crescendo ritmici spaventosi, ma Andreas Bjulver è cresciuto ulteriormente come cantante e nella ferocia di pezzi come ‘Redemption Denied’ o ‘Unvelied’ dimostrano che non si vive di soli riff schiacciaossa o breakdown costruiti col mestiere. I Cabal hanno delle idee vincenti e grazie ad esse riescono a distinguersi nella melma della scena alternativa di oggi. Alle loro abilità compositive si aggiungono poi numerose collaborazioni che hanno contribuito a rendere più dinamico e vario l’ascolto. Le più sorprendenti sono quelle con Aaron Matts dei ten56. per ‘Still Cursed’, un pezzo sulla depressione e sul sentirsi costantemente maledetti, e con Alan Grnja dei Distant per la cupa ‘Beneath Blackend Skies’. Il mondo oscuro, nel quale tutto marcisce e cade a pezzi, ancora e ancora, viene descritto con altri pezzi micidiali come ‘No Peace’, la descrizione di cosa si prova ad imbattersi in una vittima suicida morente nelle strade di Copenaghen e guardare impotente la vita che si prosciuga dai suoi occhi, e ‘Forever Marked’, che parla di abusi e dell’impotenza e del senso di colpa che si sperimentano quando certe cose avvengono attorno a te. Verso la fine, Joel Holmqvist degli Aviana, altra formazione che sta crescendo parecchio, appare in ‘Stuck’ e la sensazione che traspare è che la salvezza sia quanto mai lontana. A dispetto dei temi trattati, è grazie a gruppi come Cabal se continuiamo a divertirci ad ascoltare un certo tipo di musica. Pesante, violenza, sprezzante odio ovunque ma allo stesso tempo adrenalinica, mai scontata, innovativa e maledettamente letale.