Non ho volutamente recensito ‘Coma’ prima che passasse qualche mese. Desideravo con tutto il cuore, com’è logico nero, che ogni sfumatura emergesse col tempo necessario rendendo la visione globale dei portoghesi davvero completa. Dopo il micidiale ‘Mirage’, oro e abissi ovunque, Guilherme Henriques ha spinto la sua creatura ad un livello ancora più elevato, trasformando l’abbandono di Ruben Freitas nell’occasione per esaltare ancora di più il lato melodico delle composizioni. A partire da ‘The Poet’s Ballet’ l’ascoltare si imbatte in un sound viscerale e personale, che solo in pochi possono vantare di possedere nella scena black attuale. Sono sufficienti pochi istanti per capire che si tratta dei Gaerea, unici e inimitabili, e quando arrivano ‘Hope Shatters’ e ‘Suspended’, chi ha seguito la band fin dall’inizio della sua carriera potrà godere di un quadro completo e variegato. Di conseguenza letale come non mai. ‘World Ablaze’ e ‘Reborn’ sono la dimostrazione che si possono includere decine e decine di stratificazioni in un pezzo pur mantenendolo essenziale e concreto mentre la title track segna la sublimazione del concept che Henriques ha portato avanti fin dalle prime mosse nelle strette cerchia dell’underground portoghese. Un concept che si traduce in una grafica eccezionale, imperdibile l’edizione in vinile, e che possiede tuttora margini di crescita. Senza volere esagerare, dischi come ‘Mirage’ e ‘Coma’ hanno lo stesso valore per la scena di capolavori quali ‘In The Nightside Eclipse’ e ‘Anthems to the Welkin at Dusk’ degli Emperor oppure ‘Enthrone Darkness Triumphant’ e ‘Spiritual Black Dimensions’ dei Dimmu Borgir.