Negli ultimi mesi non sono riuscito a fare a meno di due voci femminili strepitose. Una è quella di Sabrina Teitelbaum aka Blondshell, che sta tornando con un secondo lavoro in studio spettacolare, e l’altra è quella di Arny Margret, che ho imparato a conoscere durante le mie frequenti escursioni nella terra del fuoco e del ghiaccio per Iceland Airwaves. La sua purezza è sorprendente. Quasi quanto il suo talento vocale. Rispetto a ‘They Only Talk About Weather’, questo nuovo album appare fin dalle prime battute più organico e strutturato. Dal folk minimalista di qualche anno fa, la Margret è passata ad un suono più esteso, maturo e live-oriented, mantenendo la carica poetico-cantautorale che l’ha resa celebre, oltre in una scena magnifica come quella islandese anche al di fuori dei propri confini. Per la prima volta ha collaborato con produttori americani, incorporando sessioni di registrazioni differenti, tra cui Josh Kaufman (The National) e Brad Cook (Bon Iver). La title track la vede adagiarsi su territori consueti mentre ‘Greyhound Station’ e ‘Took The Train ‘til The End’ raccontano di viaggi più o meno lunghi. ‘I Love You’ e ‘Day Old Thoughts’ sono state registrate a Reykjavik nello studio di Kiddi Jònsson e vedono la partecipazione di Ásgeir Trausti. Tante collaborazioni che hanno reso ‘I Miss You, I Do’ più vario e dinamico, con la voce della Margret capace di esaltare la profondità malinconica delle liriche e delle atmosfere che di traccia in traccia si susseguono. ‘Maybe I’ve Wasted My Time’ e ‘You’re Mine’ sono altri passaggi di epici di un disco meraviglioso che suggerisco a tutti, pure a chi solitamente vengono su queste pagine per essere aggiornati su ascolti più rock e metal.