Ascolto questo disco a volumi pazzeschi da giorni e non mi sono ancora stancato. I Becoming The Archetype avevano già dimostrato in passato quanto fossero bravi a fare male ma – aspetto comune nei gruppi giovani – ferocia e auto-controllo non viaggiavano sugli stessi binari. Le incredibili esplosioni di rabbia di "Terminate Damnation" trovavano infatti impercettibili ostacoli di "comunicazione" che una volta contestualizzati a livello generale rendevano arduo l"approccio alla band di Atlanta o comunque la rendevano catalogabile sotto il file metalcore e niente più. Adesso invece la struttura dei brani risulta definita e perfettamente istruita in modo da moltiplicare l"efficacia dell"attacco al fulmicotone dei nostri. Chi ama il metal troverà al suo interno tutto quello che lo ha reso esaltante negli ultimi venti-venticinque anni. Ritmiche selvagge, melodia, riff e assoli da urlo, un basso che pulsa in continuazione (caratteristica che sembra ormai dimenticata sopratutto dalle parti di Boston) e un"attitudine assassina. "Immolation" e "Monolith" esemplificano al meglio quanto sto dicendo avvalendosi di una produzione moderna e avvincente che riesce ad amalgamare stacchi melliflui e sezioni melodiche non perdendo mai in tensione. "Autopsy" è un vero e proprio tributo ai Morrissound Studios e al putrido death che ne fuoriusciva all"inizio degli anni novanta mentre lo strumentale "Nocturne" sa come ammaliarci prima della repentina vendetta che ne segue le orme. Masterpiece estremo che mi auguro con tutto il cuore venga seguito da un"evoluzione ancora maggiore.