Non sempre è obbligatorio prendere la musica seriamente o comunque ci sono ambiti, atmosfere, cumuli di sensazioni nei quali un approccio anticonvenzionale e disincantato è ben accetto. Gli australiani Architecture In Helsinki pubblicano questo disco all"inizio dell"estate e non potrebbe essere altrimenti considerati i solari paesaggi descritti. E" chiaro, dai tempi di "Finger Crossed" il gruppo è cambiato in modo notevole e l"evoluzione che avevamo già avvertito nel secondo lavoro in studio "In Case We Die" adesso è completata. La creatura di Cameron Bird guadagna punti anche solo per l"atteggiamento con il quale sembra sbattersene totalmente della scena indie che le ruota attorno. Come sapete però il sottoscritto ha bisogno di ben altro per potere approvare o meno un gruppo e in questo caso le canzoni di "Places Like This" si dimostrano efficaci intermezzi laddove non è dato sapere quale sia la strumentazione utilizzata e sopratutto chi sia a suonarla e ancora se il gruppo in questione abbia scelto o meno una struttura prestabilita per le proprie composizioni ("The Same Old Innocence"). Non si fa a tempo a porsi la domanda che la mezz"ora poco più dell"album è già conclusa. Merito degli Architecture Of Helsinki oppure impellente necessità di svago per chi si pone all"ascolto ? Staremo a vedere. Nel frattempo "Heart It Races" e "Underwater" fanno al caso vostro nell"eventualità vogliate trascorrere il pomeriggio in piscina. It"s seven...