1. Let's Go 2. Watch Yourself 3. Life Is Good 4. Dick Song 5. Last Sucker 6. No Glory 7. Death & Destruction 8. Roadhouse Blues 9. Die in a Crash 10. End of Days, Pt. 1 11. End of Days, Pt. 2
Songs
1. Let's Go 2. Watch Yourself 3. Life Is Good 4. Dick Song 5. Last Sucker 6. No Glory 7. Death & Destruction 8. Roadhouse Blues 9. Die in a Crash 10. End of Days, Pt. 1 11. End of Days, Pt. 2
Sono perfettamente consapevole di correre il rischio di farvi credere di essere talmente dentro ai Ministry da ritenere il loro commiato oro prezioso e petrolio che lentamente sgocciola ricoprendo la pelle oltre i suoi effettivi meriti. Non potete però immaginare la sensazione che ho provato ascoltando il presente commiato. Per anni Al Jourgensen ha portato avanti un percorso personale di protesta e innovazione riuscendo a vendere più di un milione di copie con un disco ostico come "Psalm 69" e sparando a zero sulle amministrazioni repubblicane che hanno rovinato l"economia americana e come sappiamo bene rappresentato un pericolo guerrafondaio in tutto il pianeta. La trilogia contro George W. Bush iniziata con "House Of The Molè" e proseguita con "Rio Grande Blood" giunge al termine ponendo la parola fine anche sui lavori in studio del gruppo in modo da non lasciare niente di intentato ma anche di non avvilire in nessun caso una carriera tanto straordinaria con dischi riempitivi e inutili concessioni al music business. "The Last Sucker" non è però soltanto un ultimo malinconico saluto a coloro che hanno sempre condiviso la passione per i cingoli industriali e le privazioni noise digitali dei Ministry. Ci troviamo di fronte a un assoluto capolavoro che si muove ben oltre i confini dell"industrial o del metal e dimostra come Al Jourgensen abbia serbato le migliori invettive e canzoni per una fine più che gloriosa. Una volta vinta la battaglia contro l"eroina è stato molto più facile concentrarsi contro quel presidente che vuole la coincidenza lascerà l"incarico in contemporanea con l"uscita di questo album. Si parte con due mazzate nei denti come "Let"s Go" e "Watch Yourself" con le chitarre di Tommy Victor e Sin Quirin che devastano letteralmente le contorsioni elettroniche create insieme all"ingegnere del suono John Bilberry. Le seguenti "Life Is Good" e "The Dick Song" sembrano scherzi del destino nelle mani di un combo di assassini seriali tanta è la perversione con cui le loro note si diffondono nell"aria. Dopo una "Death And Destruction" che pare uscita da "The Mind Is A Terrible Thing To Taste" l"ipotetica seconda facciata del disco ci regala un"assurda e potentissima cover di "Roadhouse Blues" dei Doors che riconoscerete solamente dal cantato e un vero e proprio tributo di Burton C. Bell alla band che più lo ha influenzato in tanti anni di carriera. Dapprima con "Die In A Crash" vengono riscritte le regole dell"industrial più ossessivo e catastrofico – roba che Trent Reznor non scrive da lustri tanto per intenderci – e poi nelle due parti di "End Of Days" è un vero e proprio sabba infernale a prendere vita e deturpare ogni convinzione ci siamo creati nella nostra mente. "The Last Sucker" vede tra i crediti anche altri musicisti del calibro di Paul Raven (Killing Joke), Joey Jordison (Slipknot, Korn) e John Bechdel (Killing Joke, Ascension Of The Watchers). Una sfilata da paura che fa sottofondo festoso e inebriante al crollare sistematico delle rovine dei Ministry su loro stessi. Un gruppo immenso che ci abbandona in modo enorme ricordandoci che è proprio alla fine dei nostri giorni che l"incubo della nostra esistenza diviene più reale. Das ende ist hier.
1983 - With Sympathy 1986 - Twitch 1988 - The Land of Rape and Honey 1989 - The Mind is a Terrible Thing to Taste 1992 - Psalm69 1996 - Filth Pig 1999 - Dark Side of the Spoon 2003 - Animositisomina 2004 - Houses of the Molé 2006 - Rio Grande Blood 2007 - The Last Sucker 2012 - Relapse 2013 - From Beer To Eternity 2018 - AmeriKKKant 2021 - Moral Hygiene 2024 - HOPIUMFORTHEMASSES