Quando si parla di genio diventa anche inutile continuare a scrivere, perdere nottate a trovare le parole giuste o evocare esempi e miti antichi per dare un senso materiale a musica che è semplicemente divina. Steven Wilson non si accontenta di avere pubblicat con Blackfield e Porcupine Tree due album stellari in quest"anno che si avvia verso lo spegnimento. Vuole esagerare. "Nil Recurring" contiene quattro tracce per circa trenta minuti di puro orgasmo progressive. Evidente la scelta degli inglesi di non pubblicare un doppio album in primavera ma ugualmente rilasciare queste canzoni da urlo per sfruttare fino in fondo un momento creativo che non sembra conoscere crisi alcuna. La title track apre le danze con oltre sei minuti strumentali di atmosfere suadenti e stralci rock persuasivi attraversati, tagliati, uccisi, derisi, esaltati da un monumentale assolo di Robert Fripp. I King Crimson che rendono omaggio al gruppo che più ha portato alto il loro nome e la loro influenza in questi ultimi anni. Segue "Normal" una versione alternativa di "Sentimental" (stessi refrain e chorus) e "Cheating The Polygraph" sette minuti di struggenti melodie tra "Halo", "Trains" e "Way Out Of Here". Niente a che vedere comunque con l"immenso finale di "What Happens Now ?" nel quale Wilson, Barbieri e Harrison intrecciano la loro magia col violino di Ben Coleman a raffigurare nell"aere cosmico un"apoteosi lirico-sonora che nessun pittore, scultore, artista avrebbe nemmeno potuto immaginare. Un bicchiere mezzo vuoto da scolarsi fino all"ultima goccia.