Non si può certo dire che quella mente malata di Trent Reznor non ci abbia fatto attendere abbastanza un capolavoro come ‘Fragile’ ma alla fine, ritardo dopo ritardo, slittamento dopo slittamento, il cielo ha voluto che i Filter uscissero in beffarda concomitanza con i Nine Inch Nails. Come se Richard Patrick non si potesse scrollare di dosso la maledizione (anche se, diciamola tutta, le vendite di ‘Short bus’ non si sono basate certo solo sul suo indiscusso talento) di essere stato nella band del re dell’industrial. Come se la sua carriera dovesse riflettere per sempre il successo di chi una mattina, stanco di ‘vestire’ il male su MTV, ha deciso di modellare a sua immagine e somiglianza un travestitello di provincia e di chiamarlo Marilyn Manson !! Eppure anche stavolta i Filter si muovono su coordinate vincenti e ‘Title of record’ è anche un lavoro più completo del precedente. Da paura l’inizio di ‘Sand’ e ‘Welcome to the fold’ (dove sullo sfondo si muovono più i Ministry di ‘Filth pig’ che i NIN), bellissime ‘Take a picture’ (industrial commerciale ??) e ‘I will lead you’. ’It’s gonna kill me’, ‘Skinny’ e ‘I’m not the only one’ si voltano indietro è vero ma non si avverte mai l’imposizione di voler trovare un’altra ‘Hey man nice shot’ e già questo è da apprezzare. Qualcuno dica però a Patrick di scegliere un’altra copertina !!