Neil Fallon e soci tornano con il nono lavoro in studio di una carriera che per un motivo o l"altro non li ha mai consacrati per quelle che erano le loro qualità. "Strange Cousins From The West" non è il miglior disco dei Clutch ma nemmeno un passo falso rispetto a "From Beale Street to Oblivion". In realtà "Robot Hive/Exodus" rimane inarrivabile ma la qualità è sempre di casa dei vecchi cugini del Maryland e pezzi come "Motherless Child", "50.000 Unstoppable Watts" e "Freakonomics" valgono da soli l"acquisto dell"album. Preparatevi quindi alle solite bordate southern rock, heavy blues e stoner con un signore batterista come Jean-Paul Gaster che infonde ritmo e dinamismo all"ascolto. Non saranno belli da vedersi ma dal vivo meritano assolutamente la vostra fiducia e per questo il consiglio è quello di procurarvi il prima possibile "Strange Cousins From The West" e impararvi le quattro-cinque tracce più significative a memoria. Una volta che il furgone dei Clutch farà tappa dalle vostre parti andrete fuori di testa.