01. If It Wasn't for Hate We'd Be Dead by Now 02. Dstryr/Dstryr 03. It's Not the End of the World but I Can See It From Here 04. Where We Belong 05. Next Stop Atro City 06. For He's a Jolly Good Felon 07. A Better Nothing 08. Streets of Nowhere 09. Dirty Little Heart 10. Darkest Blue 11. The Light That Burns Twice as Bright...
Songs
01. If It Wasn't for Hate We'd Be Dead by Now 02. Dstryr/Dstryr 03. It's Not the End of the World but I Can See It From Here 04. Where We Belong 05. Next Stop Atro City 06. For He's a Jolly Good Felon 07. A Better Nothing 08. Streets of Nowhere 09. Dirty Little Heart 10. Darkest Blue 11. The Light That Burns Twice as Bright...
Dopo un tonfo come 'Liberation Trasmission' non avrei puntato una vecchia lira sul conto dei Lostprophets che parevano perduti a livello compositivo travolti dall'incongruenza di un'identità sonora mutata troppo rapidamente. 'The Betrayed' ci riconsegna un gruppo in grado di divertire, sfidare i confini alternative e proporre melodie avvincenti in un contesto di nuovo crossover. Il disco è stato registrato tra la California e il Galles con un contributo importante da parte di Ilan Rubin poi sostituito da Luke Johnson al momento di entrare nelle grazie di Trent Reznor. Un aspetto non da poco perché ha reso spaventosa la varietà ritmica dell'album e costretto il gruppo a definire in maniera puntuale arrangiamenti più 'oscuri' e 'cattivi' come annunciato da Ian Watkins nei mesi che hanno preceduto la release. 'If It Wasn't for Hate We'd Be Dead by Now' chiarisce subito che i tempi dello smacco commerciale sono passati senza perdere in epicità e adrenalina. Segue 'Dstryr/Dstryr' che sembra uscita da 'The Battle Of Los Angeles' dei Rage Against The Machine ma procede a martellare l'ascoltatore prima dei due singoli. 'It's Not The End Of The World But I Can See It From Here' rappresenta la quintessenza di 'The Fake Sound Of Progress' con una produzione migliore mentre 'Where We Belong' richiama con vigore i 30 Seconds To Mars e lascia attoniti per la capacità di bilanciare potere radiofonico e grinta melodica. 'Next Stop Atro City' e 'Darkest Blue' altre composizioni di valore in un album che mostra il fianco nel finale ma complessivamente rappresenta un ritorno sostanzioso e divertente.