"Elysium" è la dimostrazione che la nuova incarnazione degli Stratovarius è in grado di replicare nei dettagli quanto prodotto dalla precedente. Matias Kupiainen ha accumulato l"esperienza necessaria per non sfigurare al cospetto di Timo Tolkki e anche gli sbadigli sono gli stessi considerato che il tredicesimo album dei finlandesi non si sposta di un centimetro dalla pesantezza delle soluzioni melodiche scelte nell"ultimo decennio. Rispetto a "Polaris" i progressi sono evidenti soprattutto a livello di produzione e mixaggio capaci di esaltare le qualità tecniche dei musicisti in questione senza forzature eccessive. Anche gli arrangiamenti sono meno pacchiani e questo facilita l"ascolto ma non aspettatevi nulla di straordinario mentre le note di "Darkest Hours" vi introducono in meandri neoclassici e architetture power metal. Resta il fatto che composizioni quali "Under Flamming Skies" e "Move The Mountain" sono sentite e risentite e, per quanto si possa affermare il contrario i tempi di "Visions", non torneranno più.