L'anello di congiunzione tra Dark Tranquillity e Katatonia è stato forgiato dopo approfondite ricerche dai ragazzi di Joensuu e adesso che il successore di 'Across The Dark' è realtà non ci resta che tremare, allibiti, dinanzi a tale sforzo compositivo. E' servito del tempo per scegliere i materiali giusti, assimilare le tecniche necessarie e accumulare esperienza dal vivo, determinante per non vivere dei sogni degli altri. 'One For Sorrow' non esula dalla sperimentazione, illumina rovine postcore con 'Inertia', invade i territori del viking metal e rappresenta un fulgido esempio di death melodico ricco di atmosfere plumbee. Dolore, perdita e lutto sono i temi affrontati da liriche che recuperano il fervore espressivo di 'Above The Weeping World' e destano meraviglia in coincidenza di 'Through The Shadows' e 'Regain The Fire'. La crescita della band viaggia di pari passo con i progressi di Niilo Sevänen che tinge di nero il suo sofferto grido di ribellione donandoci la sua anima e quello che sorprende è assistere all'inseguirsi di tracce lunghe sette minuti dotate della leggerezza di singoli da classifica. Il contributo di Daniel Antonsson, bassista dei Dark Tranquillity e chitarrista dei Dimension Zero, e Samu Oittisen risulta fondamentale nell'economia di un solido amalgama stilistico ma è la personalità dei musicisti a fare la differenza. Le chitarre di Ville Friman e Ville Vänni sembrano esplodere in 'Song Of The Blackest Bird' mentre i sussulti ipnotici di 'Only One Who Waits' esaltano la tecnica di Marcus Hirvonen. L'immensità ha un nuovo nome.