Dai Belle And Sebastian al deserto il salto non è da poco. Eppure Isobel Campbell se la cava con maestria e talento riuscendo a coniugare le esigenze della sua splendida voce con esperienze sonore tra le più svariate e intriganti. Probabilmente ben addestrata a farsi largo tra serpenti e siccità da un Mark Lanegan in versione compagno di strada o padre adottivo la Campbell decide di seguire un percorso non certo privo di difficoltà ma proprio per questo più interessante soprattutto per chi ascolta. Non più la delicatezza di un tempo quindi ma una voce che sa anche prendersi i suoi rischi e si dimostra grintosa e meno eterea del solito quando "Ballad Of The Broken Seas" scopre il piacere di melodie ruvide e appena coperte di polvere. In questo senso la musica di sottofondo pur mantenendosi a livelli molto alti (dalle influenze pinkfloydiane di ‘The False Husband’ al blues di ‘Ramblin’ Man’) si immedesima lentamente nel ruolo di accompagnamento pulsante alle evoluzioni canore dei due laddove il viaggio etereo e spirituale di Isobel viene interrotto a tratti dai colpi di tosse e le incursioni alternative di un Lanegan strepitoso. Un disco da sentire in macchina mentre il vento muove i vostri capelli e il sole vi costringe a riparare lo sguardo. Non sapete dove porterà la strada ma sapete perfettamente come suonerà sempre e comunque questo disco.