Dopo il cocente passo falso di '9 Degrees West Of The Moon' il sodalizio artistico che vede protagonisti Olaf Thorsen e Fabio Lione mostra di avere intrapreso la direzione giusta e di essere in grado di rispondere con forza a coloro che non mancheranno ancora di sottolineare l'assenza di Michele Luppi. Il concept futuristico si adatta alla perfezione alla struttura dei brani, decisamente più dinamica e fresca rispetto al passato, e la voce dei Rhapsody Of Fire ha modo di esprimere al massimo tutte le sue potenzialità. Un'intro sinfonica rappresenta il preludio a 'The Dream Maker', cinque minuti di prog metal con doppia cassa e aperture melodiche di spessore. 'Beyond The Sun And Far Away' e 'Mermaids From Their Moons' alternano passaggi sognanti, armonie radiose e riff aggressivi che mutano improvvisamente l'impianto atmosferico. 'The Lighthouse' rappresenta un tributo, nemmeno troppo celato, al power metal degli anni novanta mentre 'The House Of The Angels' e 'Here We Die' si pregiano del ritorno di Andrea Torricini al basso puntando forte sulle ritmiche e richiamando alla mente alcune soluzioni di 'The 25th Hour'. 'Destination Set To Nowhere' non accusa cali di tensione ed è la prova che possiamo ancora competere in ambito di metal classico a livello internazionale.