-Core
Atlas
Parkway Drive
Epitaph
Pubblicato il 05/11/2012 da Lorenzo Becciani
Songs
1. Sparks
2. Old Ghosts/New Regrets
3. Dream Run
4. Wild Eyes
5. Dark Days
6. The River
7. Swing
8. The Slow Surrender
9. Atlas
10. Sleight of Hand
11. Snake Oil and Holy Water
12. Blue and The Grey
Songs
1. Sparks
2. Old Ghosts/New Regrets
3. Dream Run
4. Wild Eyes
5. Dark Days
6. The River
7. Swing
8. The Slow Surrender
9. Atlas
10. Sleight of Hand
11. Snake Oil and Holy Water
12. Blue and The Grey

Comincio a pensare di avere un problema con Matt Hyde ed il suo stile dietro la console. Premesso che lo considero uno dei produttori più versatili del panorama attuale i suoi dischi presentano sempre delle incertezze. Forse è nel rapporto con la band che si crea qualcosa di strano oppure nel suo desiderio di distinguersi per forza dalle caratteristiche peculiari del genere. E' successo con gli Slayer, con i 69 Eyes, con i Die Mannequin e adesso con i Parkway Drive. Nello specifico la sua scelta di alzare le chitarre e privilegiare un suono meno digitale si addice agli episodi più live oriented come 'Old Ghosts/New Regrets', 'Wild Eyes' e' Snake Oil And Holy Water' ma allo stesso tempo rende monotoni altri passaggi. Soprattutto le atmosfere non sempre sono all'altezza dei riff o delle parti di batteria composte dagli australiani. Winston McCall si dimostra ancora una volta uno dei migliori frontman del movimento metalcore e la sua performance è assolutamente sopra le righe. Straniscono i violini e la voce femminile in 'The River' che sembra un tentativo forzato di proporre qualcosa di differente. 'Dark Days' e 'Sleight Of Hand' sono i pezzi maggiormente legati al precedente 'Deep Blue' e sono circondati da un paio di filler inattesi per musicisti di tale risonanza.

Parkway Drive
From Australia

Discography
2005 – Killing with a Smile
2007 – Horizons
2010 – Deep Blue
2012 – Atlas
2015 – Ire
2018 - Reverence
2022 - Darker Still