Un album pazzesco quello con cui i milanesi tornano nei negozi a quattro anni di distanza da 'Pound For Pound'. Come al solito la band si è presa il tempo necessario per assestare un assalto degno della sua storia e sono convinto che le scelte di recuperare il thrash delle origini e indurire ancora di più il suono faranno trasecolare i vecchi fans sperduti in un marasma di uscite mediocri. Le leggende del metal italiano hanno inserito da qualche anno in formazione un motore di assoluto livello come Paolo Crimi che ha portato freschezza alle ritmiche e permesso scelte di produzione al passo con quanto viene pubblicato adesso. Questo tentativo di allinearsi agli standard moderni, mantenendo il classico impatto che li ha resi celebri per lo meno nel nostro paese, aveva funzionato con i due dischi precedenti ma probabilmente richiedeva una sterzata ulteriore. Ecco allora 'The Seed Of Foolishness' con le sue liriche volte a rendere pubbliche le teorie del new world order ed una serie di passaggi competitivi con quelle canzoni che non sono mai uscite veramente dalla nostra playlist immaginaria. 'Pyre Of Fire' e 'Ending Prophecies' sono un paio di queste, selvagge, tirate fino all'impossibile eppure estremamente pulite, caratterizzate da un groove thrash primordiale e cori micidiali. Gabry Giovanna ha preso il posto di Mattia Bigi al basso ma Tommy Massara e GL Perotti sono sempre lì a spaccarsi il culo pur di vedere pogare due ragazzi in più. Sincera attitudine e talento si mischiano in 'The Politics' e 'The Distance' che mostrano un approccio compositivo maturo e tanta voglia di lasciare il segno. Nessun velo nostalgico ricopre 'The Seed Of Foolishness' e questo perché non abbiamo bisogno di ammucchiate di musicisti retrogradi per riscoprire il fascino di quegli anni. 'Between The Lines' e 'Again And Again' sono l'ennesima riprova della tenacia con cui i due veterani portano avanti le proprie idee. 'Deep Infection' e 'Sick And Tired' rappresentano invece la loro facciata attuale. Testi esplosivi, un incidere malato ed i suoni impeccabili realizzati ai Fear Studios di Gabry Ravaglia. Le chitarre sanno staccarti la testa ma anche ritagliare frammenti emotivi importanti come in 'Bones', un pezzaccio alla Down che non dimenticherete facilmente, e 'A Moment Of Truth', sorta di ballad che chiude la scaletta. Riprendete pure 'Tension At The Seams' o 'The Positive Pressure (Of Injustice)' se non ci credete. Ascoltateli di nuovo e poi consumate queste dieci tracce. Il sangue si gelerà nelle vene.