Gli austriaci ce la mettono tutta per non sprofondare nell'anonimato ma il loro ottavo full length non è altro che un ammasso forzato di elementi sinfonici dal quale si evince un utilizzo esasperato dei software di produzione musicale. Per carità gli Edenbridge non saranno i primi ad avvalersi delle possibilità offerte dalla tecnologia, se però ti imbatti in un album in cui ogni nota sembra finta probabilmente si è esagerato un pochino. Le qualità vocali di Sabine Edelsbacher non si discutono ma le liriche risultano piuttosto banali e ripetitive così come avrei da obiettare sulla scelta di penalizzare le chitarre in fase di mixaggio. A riprova di queste considerazioni un pezzo come 'Death Is Not The End' che invece appare strutturato bene fin dal primo momento e sarebbe un ottimo esempio di symphonic metal moderno. Purtroppo è il solo della scaletta e le collaborazioni con la Klangvereinigung Orchestra e Erik Martensson non sono sufficienti a stilare un giudizio positivo.