E' fuori discussione il fatto che l'attesa attorno a questo disco sia cresciuta a livelli inverosimili un pò per la malattia che ha colpito Adam ?Nergal? Darski ed un pò per il titolo che si riferisce al manifesto assoluto del satanismo moderno. Orde di appassionati di black e death si inchineranno al solenne ritorno dei polacchi che investono il movimento estremo con nove tracce di violenza inaudita. Precisiamo subito che alle masse saranno sufficienti i sette minuti epici di 'O Father O Satan O Sun!' per riappacificarsi con la crudeltà del mondo anche se 'The Satanist' è molto altro. Non un capolavoro ma comunque un monolite che quest'anno supereranno in pochi. La produzione dei fratelli Wiesławski è disumana, i suoni di batteria realizzati con l'aiuto di Daniel Bergstrand non temono confronto alcuno con la storia del metal ed il mixaggio di Matt Hyde permette di godere di ogni singolo frammento strumentale con un tocco alla Slayer che di certo non disturba. Personalmente amo più i brani in cui Zbigniew Robert 'Inferno' Promiński è lasciato libero di percuotere all'inverosimile il suo drum kit rispetto a quelli dove il tappeto sinfonico ha la meglio. In questo senso ' Furor Divinus' e 'Amen' si immolano quali apici della scaletta a dispetto di episodi come ' Ora Pro Nobis Lucifer' e 'In The Absence Ov Light' che si riallacciano a 'Evangelion' e servono soprattutto per promuovere il verbo del leader. Da segnalare la presenza di Michał Łapaj dei Riverside, di una sezione d'archi diretta da Artur Jurek dei Sanacja ed i samples di Krzysztof Oloś dei Vesania.