-Core
Kyrr
Kontinuum
Candlelight Records
Pubblicato il 22/04/2015 da Lorenzo Becciani
Songs
01. Breathe
02. Í Huldusal
03. Hliðargötu-heimsveldi
04. Kyrr
05. Undir Þunnu Skinni
06. Lone
07. In Shallow Seas
08. Red Stream
Songs
01. Breathe
02. Í Huldusal
03. Hliðargötu-heimsveldi
04. Kyrr
05. Undir Þunnu Skinni
06. Lone
07. In Shallow Seas
08. Red Stream

In questi mesi trascorsi ad ascoltare quest'album ho pensato più volte a quali sarebbero state le parole giuste per descrivere una sensazione talmente potente di totalità. Poi, dopo numerose notti insonni, mi sono reso conto che non era possibile trovarle e questo perché gli islandesi descrivono nel loro incedere progressive post black metal atmosfere ed immagini che purtroppo non sono abituato a vedere tutti i giorni. Non è sufficiente avere visitato quel luogo magnifico per comprendere in pieno il rapporto che si viene a creare tra un artista, la natura e la tristezza circostante. Non solo 'Kyrr' segna un'evoluzione estrema rispetto al fantastico 'Earth Blood Magic', che ci aveva fatto scoprire questa entità nordica quasi irreale, ma moltiplica le possibilità espressive di una formazione che a questo punto non può essere limitata solamente all'universo metal. Il debutto era un capolavoro. Una rivelazione assoluta. Questo secondo lavoro in studio rischia veramente di ergersi a passaggio chiave del decennio in corso. Scorrendo la scaletta verrete travolti da influenze post punk, gothic ed ambient grazie agli incredibili progressi compiuti da Birgir Thorgeirsson dal punto di vista vocale. Quando parte 'Breathe' vi sembrerà di avere di fronte Peter Murphy e questo la dice lunga su quanto abbiano visto lontano ai quadri dirigenziali della Candlelight. Tra l'altro l'etichetta fondata da Lee Barrett, allora bassista degli Extreme Noise Terror, ed attualmente co-diretta da Edward Christie e Steve Beatty, per la sezione europea, ha costruito un interessante parallelo con i Cold In Berlin. Prima 'Earth Blood Magic' e '..And Yet', adesso 'Kyrr' e 'Comfort Of Loss And Dust'. Da una parte questi islandesi, nati sulle ceneri ed i cambiamenti di Potentiam e Pornea, che rivolgono il loro spasmodico interesse nei confronti di Ulver e Katatonia e dall'altra il combo guidato da Maya che sembra uscito da un locale londinese di fine anni settanta. 'Í Huldusal' è il primo pezzo in lingua madre e mostra il potenziale della proposta ipnotica e spirituale dei Kontinuum, in seguito esteso con 'Undir Þunnu Skinni' e 'In Shallow Seas'. La title track e 'Red Stream' sono invece caratterizzate dal fortissimo magnetismo della loro terra di origine. Vaste praterie attraversate da fiumi glaciali, rocce vulcaniche che colorano l'aria e sprazzi di luce che perforano il buio esaltando un orizzonte infinito. Tradotto in musica 'Hliðargötu-heimsveldi', altro passaggio sconvolgente con l'impianto percussivo di Kristján Gudmundsson, anche nei Momentum, che spezza la tensione e veste di oro e argento i nostri sogni. L'immagine in copertina lascia intravedere come l'esplorazione sonora di Birgir Thorgeirsson non sia affatto conclusa e che in futuro avremo altre sorprese. Allo stesso tempo lo spessore qualitativo di 'Kyrr' risulta così elevato che non posso proprio non considerarlo un punto di arrivo. I ghiacci prima o poi si scioglieranno. L'arte continuerà a bruciare come lava inesorabile.  

Kontinuum
From Islanda

Discography
Earth Blood Magic (2012)
Kyrr (2015)
No Need To Reason (2018)