L’importante è essere chiari. Se ci chiamiamo “suffissocore” il motivo è perché spesso la stampa specializzata o gli stessi addetti ai lavori utilizzano termini impropri o per ignoranza o per motivi strettamente commerciali. Finirà che chiameranno metalcore anche i Korn. Di sicuro hanno definito metalcore gli August Burns Red e sinceramente, al cospetto di una discografia così varia ed interessante, qualche dubbio ce l’avrei. Una cosa è certa. Se ‘Found In Far Away Places’ ricade in tale categoria allora asfalta il novantacinque per cento delle uscite del settore degli ultimi tre-quattro anni. La band della Pennsylvania ha sempre saputo distinguersi per l'originalità del proprio songwriting e con gli album precedenti si era spostata su derive hardcore punk più generiche, arricchendole con l'incendiario approccio live ed i potenti stacchi melodici che caratterizzavano gli esordi ('The Wake' e 'Identity'). Il guitar work è eccezionale, un vero e proprio muro impossibile da superare, e Jake Luhrs una furia dall'inizio alla fine. La presenza di Jeremy McKinnon degli A Day To Remember impreziosisce 'Ghosts' ma in definitiva passa in secondo piano considerando la superba performance da parte del frontman. Alcuni pezzi sono davvero old school mentre in altri frangenti i breakdown lasciano spazio a dissonanze, trame percussive intricate e scream forsennato. E non mi venite a parlare di metalcore.