Un'etichetta come la Season Of Mist, che puo' vantare artisti in catalogo del calibro di Cynic, Ghost Brigade, Engel e Fair To Midland, rappresenta il migliore supporto possibile per una band che sta letteralmente annientando i rivali in ambiente extreme progressive metal. Di fatto, ad ascoltare 'Citadel' e gli ultimi lavori degli Opeth viene quasi da piangere per quanto l'evoluzione del songwriting di Mikael Akerfeldt abbia allontanato la sua creatura da masterpiece quali 'Blackwater Park' e 'Deliverance'. L’album è costituito di due suite ed una traccia che le collega tra loro, cercando di mantenere una certa continuità, ed esibisce una conoscenza musicale impressionante. Fregatevene dei generi infatti e lasciatevi andare alle commistioni insalubri di questo sestetto australiano che considera il thrash al pari del jazz ovvero elemento di disturbo in uno scenario dove il colore predominante è il nero. Ascoltare i sedici minuti di ‘Painters of the Tempest (Part II): Triptych Lux’ e quello che Tim Charles e Brendan Brown riescono a combinare in quel lasso di tempo sarà sufficiente per comprendere il grado di follia dei Ne Obliviscaris. Se poi rimarrete ammaliati correte ad acquistare il loro esordio uscito per Code666, ‘Portal Of I’, e non ve ne pentirete.