Il motivo per cui Matt Pike non è una rockstar di primo livello è sconosciuto a molti. Forse senza quel carattere turbolento e tutti quei problemi di tossicodipendenza sarebbe arrivato più lontano. Forse non ce l’avrebbe fatta comunque. Addirittura ai tempi degli Sleep venne definito il nuovo Tony Iommi per la tendenza a comporre riff voluminosi e l'impatto avuto sulla scena stoner doom. Verso la fine degli anni novanta, dalle ceneri di quell'esperienza per i più irripetibile, nacquero gli High On Fire che, senza perdere un minimo di attitudine ed ispirazione, hanno proseguito nella medesima direzione artistica assurgendo allo status di culto per il movimento sludge. Inutile quindi aspettarsi qualcosa di nuovo dal successore di ‘De Vermis Mysteriis’ che colpisce ancora una volta per quadratura e determinazione. A produrlo è stato sua maestà Kurt Ballou (Beastmilk, Kvelertak) e pezzi come ‘The Sunless Years’ e ‘The Cave’ valgono da soli la vostra fiducia. ‘The Black Plot’ ed il thrash della title track verranno apprezzate da chi ama l’immediatezza ed i pochi fronzoli mentre la pachidermica ‘The Lethal Chamber’, nove minuti in cui il leader deve avere immesso molto dei suoi recenti incubi, finisce di abbattere quello che era ancora rimasto in piedi. Brutti e cattivi come il genere impone.