Con gli anni Neil Fannon ha raffinato il proprio songwriting e gli autori di ‘Blast Tyrant’ e ‘Robot Hive/Exodus’ hanno evoluto il loro mix di hard rock, sludge e psichedelia a volte svoltando verso territori più stoner ed altre citando le radici blues in cui un po’ tutti gli americani si rispecchiano. Quello che ha contraddistinto la crescita della formazione originaria del Maryland rispetto alla concorrenza è stato soprattutto l’aspetto live in cui ha dimostrato di possedere pochi rivali. Un po’ come avveniva negli anni settanta quando non entravi nemmeno in uno studio di registrazione se non eri in grado di farti notare dal vivo, i Clutch possono permettersi dischi in serie, più o meno identici, giusto per arricchire il loro materiale in tour. Di certo nessuno si sarebbe atteso dei livelli di vendite così eclatanti per musicisti almeno in apparenza rozzi e poco inclini alla moda. In questo senso ‘Psychic Warfare’ non apporta notevoli variazioni sul tema rispetto all’acclamato ‘Earth Rocker’ e in poco più di trenta minuti ci regala pezzi di facile presa come ‘X-Ray Visions’, ‘A Quick Death In Texas’ e ‘Your Love Is Incarceration’ che dovrebbero garantire ulteriore esposizione. Le chitarre sono grasse, la produzione potente e la batteria picchia dura in testa come se non ci fosse un domani. Da brividi la chiusura dilatata di ‘Son Of Virginia’.