Preparatevi per un viaggio che vi farà raggiungere senza alcun freno le vette più alte per poi farvi piombare nelle profondità più impenetrabili. I We Stood Like Kings provengono da Bruxelles e con questo secondo album proseguono l'ambiziosa opera di creare colonne sonore per film muti, questa volta accompagnando le immagini in bianco e nero di “A Sixth Part Of The World”, pellicola del 1926 a cura del regista russo Dziga Vertov. Oltre settanta minuti di post rock strumentale dove il pianoforte suonato dalle mani di Judith Hooren costituisce il cuore che non cessa mai di battere, il mezzo principale dal quale viene sprigionata l'essenza di tutto l'album. Il basso elettrico, la chitarra e la batteria hanno il compito di ergere un robusto muro sonoro, avvolgendo la melodia del piano e rendendo l'armonia ancora più penetrante e traboccante, peculiarità insolita per il genere proposto. Il silenzio non interrompe mai il succedersi delle tracce ed ognuna di esse si espande in fragranze suggestive, bellezze nostalgiche e crescendo epici. Un continuo alternarsi di momenti più potenti ('Are You A Master Too?') ad altri invece più classici ('The Black Sea'), tra i quali traspirano influenze shoegaze e prog, grazie anche al supporto dei synth. I quattro talentuosi musicisti sono riusciti a plasmare un disco intenso, dalle sessioni sublimi e certamente non di facile comprensione. Fate qualche respiro profondo, lasciate che la musica scorra in loop e arrendetevi a questa malinconica euforia.