Dopo 'Tension' gli islandesi danno alle stampe un secondo ep che li espone definitivamente all'attenzione della comunità synth pop-dance internazionale. Sulle magiche note di 'Waterfall', Margrét Rán Magnúsdóttir dimostra di avere qualità fuori dal comune, oltre ad una presenza scenica disarmante, e sapere trascinare l'ascoltatore nei territori in cui riesce a dare il massimo. L'artwork di Snorri Eldjárn Snorrason svela quattro tracce sperimentali eppure maledettamente commerciali che richiamano subito alla mente le atmosfere care a Björk e Sigur Rós ma allo stesso tempo potrebbero essere proposte senza problemi alla prossima edizione dell'Eurovision Song Contest e vincerla. Il trio originario di Hafnarfjörður, che si è messo in luce al Músíktilraunir di due anni fa, sta bruciando le tappe e sotto la supervisione di Biggi Veira dei GusGus, già produttore per sua maestà John Grant, non sembra avere subito affatto l'impatto con il music business e lo star system. Al contrario la spregiudicatezza di pezzi come 'If I Was' e 'Circles' gioca a loro favore. 'Adrift' è invece l'episodio in cui si evince una maggiore condivisione a livello compositivo con il sax di Andri Már Enoksson e il basso di Ólafur Alexander in evidenza. In attesa della prima fatica su lunga distanza materiale ludico per le vostre serate al buio.