La Napalm Records conferma di attraversare un periodo estremamente positivo pubblicando la migliore release di viking metal dell'anno. L'ottava fatica in studio degli svedesi rappresenta infatti un apice assoluto in venti anni di carriera e può vantare una produzione gigantesca in grado di esaltare sia l'anima folk della band sia il suo lato più aggressivo. Le iniziali 'Blodörn' e 'Tagen Av Daga' mettono subito in chiaro che l'ascoltatore non avrà vita facile con chitarre assassine, batteria lancinante ma anche diversi layers in cui spiccano strumenti acustici ed arrangiamenti ispirati alla tradizione popolare scandinava. L'immensa cavalcata 'Odin Owns Ye All' si rivela uno schiaffo in faccia a Unleashed e Amon Amarth e potrebbe tranquillamente essere selezionata come pezzo in sottofondo di qualche battaglia della serie canadese Vikings che negli ultimi anni tanto ha attratto le nostre fidanzate e mogli. 'Call Of The Runes' e 'Nattramn' sono i pezzi più legati a 'Legions Of The North' mentre 'Vigverk – Del II' sembra volere cancellare dalla terra i Turisas e l'evoluzione cinematica avviata con 'Stand Up And Fight' e stigmatizzata con 'Turisas2013'. In realtà i Månegarm non hanno mai confessato problemi di convivenza con altri appartenenti alla scena ma la superiorità del presente materiale è tale che la competizione interna non potrà che aumentare. 'Blot' e 'Bärsärkarna Från Svitjod' sono due emozionanti ballate in aperto contrasto con la cupa 'Kraft' in cui emerge il pregevole guitar work di Jonas "Rune" Almquist e Markus Andé. Mostruose pure le performance di Erik Grawsiö e Jacob Hallegren che da quattro anni a questa parte percuote le pelli rischiando di compromettere le nostre coronarie. Non fosse sufficiente le bonus track valgono da sole l'acquisto dell'album. Prima 'Månljus', che riprende in maniera evidente le atmosfere di 'Nattväsen', e poi la rilettura di 'Mother Earth Father Thunder' dei Bathory che chiama a raccolta Jennie Tebler, sorella di Quorthon, Mikael degli Ereb Altor e Alan Nemtheanga dei Primordial. Gli Dei non potranno che approvare.