Ascoltare il progetto che vede protagonisti Ólafur Arnalds e Janus Rasmussen dei Bloodgroup è come vivere un sogno ad occhi aperti e adesso che ho avuto il piacere di vederli dal vivo, tra l'altro a casa loro ed in un location da brividi come l'Harpa di Reykjavík, posso affermare che nella loro proposta la componente visuale è importante altrettanto quella sonora. Recensire un ep come 'Swept' diventa quindi ancora più difficile. Si perde buona parte dell'atmosfera, si perde lo sguardo divertito del pianista - che un tempo lavorava come tecnico del suono nella capitale e in questo momento sta ottenendo un successo planetario con 'Collaborative Works' e 'The Chopin Project' – e quello più concentrato del suo compagno. Quello che rimane è una techno bollente e avvolgente, carica di significato e capace di farci provare l'ebrezza di saltare in un'altra dimensione. 'Drawn' sottolinea la differenza dei background dei due artisti, 'Gaunt' è il pezzo più legato al full length di esordio mentre 'Swept' rappresenta l'evoluzione del suono dei Kiasmos in tutta la sua bellezza e sembra trasportare Holy Other in una dimensione solare e fantascientifica. Da brividi il remix di Matteo Milleri e Carmine Conte, in arte Tale Of Us, che ci fanno provare in anteprima quanto sarà fredda la serata dell'ultimo dell'anno in quel di Berlino. La notte è appena iniziata e ci sarà ancora molto da divertirsi. L'ep è stato registrato tra l'E7 Studio e il Sir Simon's Studio, mixato da Addi 800 e impreziosito dall'immagine di Claudia Gödke in copertina. Un trip che non sembra avere fine.