Non ho ancora visto dal vivo i romani ma ammetto di essere davvero curiosa vista la multitudine di colori posseduta da 'Straight To The Pain'. Nonostante la tanta carne al fuoco il loro alternative metal si dimostra decisamente più focalizzato rispetto al passato. Soprattutto la componente metalcore appare dosata in maniera più intelligente e la band non si è risparmiata inserendo tutte le idee di cui era a disposizione per giocarsi al meglio l'opportunità. La scaletta è imperniata su pezzi estremamente commerciali come 'Never Too Late To Die' e 'Lost in London', presente anche in versione acustica, e altri in cui l'impatto di chitarre e batteria appare maggiore. 'A Senseless Tragedy (Bloodstreams)' e 'What's your Aim? (Call It Insanity)' in tal senso sono passaggi che potrebbero benissimo provenire da una delle tante compilation screamo-metalcore pubblicate oltreoceano. L'apice a mio parere viene raggiunto in coincidenza di 'Love Kills Anyway', con la quale il singer Francesco Lattes è in grado di mettere in evidenza tutta la sua duttilità, mentre deludono 'Bitch On My Wall' e ''The Perfect Time'. In definitiva siamo al cospetto di un lavoro di prospettiva che potrebbe ottenere un riscontro importante anche fuori dai nostri confini. A proposito una produzione di spicco potrebbe aiutare i New Disorder ad imporsi in mercati più aperti al loro tipo di musica.