Nonostante il successo, Bruce Soord è arrivato ad un momento in cui non riusciva più a scrivere o comunque in cui si vedeva bloccato dal punto di vista artistico. Un altro album come ‘Magnolia’, seppure idolatrato da critica e pubblica al pari di ‘Tightly Unwound’ e ‘All The Wars’, non avrebbe avuto senso nella sua testa. Ecco perché si è dato alla carriera solista ed ecco perché ‘Your Wilderness’ rappresenta una sorta di passo indietro in termini di songwriting e performance. Nulla viene tolto alla bravura del musicista inglese, anzi alcuni passaggi dell’album sono da considerare tra i migliori di sempre in carriera, che ha preferito lasciare più spazio alla band ed alle collaborazioni. Al suo fianco, oltre ai fidati John Sykes e Steve Kitch, troviamo un batterista straordinario come Gavin Harrison e numerosi ospiti tra cui John Helliwell dei Supertramp e Geoffrey Richardson dei Caravan. Il leader cerca continuamente una connessione con l'ascoltatore e la scaletta è costituita da canzoni evocative che si avvicinano ai Radiohead, esibiscono uno spiccato profilo alt rock e non dimenticano le origini prog. L'approccio alla psichedelia non si traduce in bollenti digressioni elettriche ma, puntando sulla pacatezza e l'organicità dell'ambientazione sonora, si rivela allo stesso modo subliminale e vincente. L'estro degli inglesi si riflette in arrangiamenti elaborati, alcuni dei quali impreziositi da una componente elettronica per niente invasiva, e linee melodiche di gusto raffinato. ‘No Man’s Land’ e ‘That Shore’ i pezzi che vi lasceranno senza respiro ma anche 'The Final Thing On My Mind' sono superbi. Nell'edizione limitata è presente anche una piece prog ambient di quaranta minuti.