Lo sapete che non vado matto per gli svedesi. A dire il vero non vado matto per la tipologia di metal e quei valori che ostentano fino alla noia. Premesso questo 'The Last Stand' è in assoluto il capitolo della loro discografia che mi ha fatto divertire di più. Sarà la produzione, bella rock n' roll e dinamica, oppure il frequente rincorso a disegni melodici di ampio respiro ma raramente i Sabaton avevano proposto una scaletta tanto intrigante in passato. Con questo non saranno di sicuro 'Last Dying Breath', 'Diary Of An Unknown Soldier' e 'Shiroyama' a scrivere la storia dell'heavy metal o scalzare gli Iron Maiden dal trono però in 'The Last Stand' c'è davvero di cui godere. Buona parte del merito ritengo dovrebbe prendersela Peter Tägtgren che dopo avere regalato agli Amorphis i suoni più giganteschi in carriera si è dato da fare per non rendere boriose le trame strumentali dei Sabaton. 'The Lost Battalion', la title track e 'Hill 3234' sono alcuni passaggi, oltre agli altri citati in precedenza, in cui il frontman Joakim Broden tenta di ripercorrere la strada fortunata di 'Carolus Rex' e 'Heroes'. Attenzione a quale edizione dell'album andrete ad acquistare perchè potreste imbattervi nelle micidiali cover di 'All Guns Blazing' dei Judas Priest e di 'Afraid To Shoot Strangers' proprio degli Iron Maiden.