Un concept incentrato su Inferno, Purgatorio e Paradiso tra contaminazioni deathcore, djent, puramente metal e addirittura alternative rock. Un album, prodotto alla grande da Simone Mularoni, che si distingue immediatamente per il suo profilo internazionale ed un'immediatezza delle parti vocali in grado di costruire una discreta fanbase in poco tempo. Nella visione degli autori di 'Ascent' – che in questi anni hanno diviso il palco con altre realtà modern metal quali Betraying The Martyrs, Upon A Burning Body, As They Burn, Tasters e WeaksaW – ogni circolo corrisponde a sonorità differenti ed un livello di aggressività comparato alle pene compiute durante il “viaggio” sulla terra. Fin dai primi istanti i progressi compiuti da Roberto Frigo risultano notevoli ('Phlegethon' e 'Lustful') e rappresentano un primo punto di forza importante di questa seconda fatica sulla lunga distanza. Un altro aspetto da evidenziare è sicuramente la varietà del guitar work che passa senza problemi dalle regole rigide del metal estremo a stacchi melodici di qualità ('Head Bowned' e 'Right Fit' ma anche l'ambiziosa 'Beatrix'). Ascoltando 'Chasm' e 'Angels', impreziosita da un video che vede la presenza di alcune avvenenti Suicide Girls, non sembra nemmeno di trovarsi al cospetto della medesima formazione. Sarà curioso capire come i ragazzi sapranno trasportare le tracce nella dimensione live e se in futuro affineranno ulteriormente i riferimenti letterari del proprio materiale.