Scusate ma mi viene da ridere. Boom commerciale del viking e addirittura del pagan/folk metal. Si leggono delle cose surreali in rete e gli autori in questione si vantano anche di essere profondi conoscitori della materia. Mi piacerebbe che visitassero una volta l'Islanda, cercassero di capire anche solo minimamente la cultura e la scena musicale, l'aria che si respira lassù e la concezione dell'arte che viene insegnata fin dall'infanzia. Gli Skálmöld sono primi in classifica. Hanno appena scalzato dal primato Aron Can, sedicenne prodigio dell'hip hop, con una facilità impressionante. Questo perché negli anni si sono guadagnati il rispetto dell'intera comunità con esibizioni dal vivo curate nei dettagli e collaborazioni importanti come quella con l'Iceland Symphony Orchestra. Vi assicuro che sul palco dell'Harpa Elborg non si sale per caso e 'Vögguvísur Yggdrasils' è un'ulteriore conferma delle qualità del collettivo che accompagna la sezione strumentale con un'interessante rivisitazione delle leggende vichinghe della propria terra. Non so se nelle menti di Snæbjörn Ragnarsson e Björgvin Sigurðsson, ad inizio carriera, c'era tanta ambizione. Fatto sta che il successore di 'Með Vættum' è l'ennesimo colpo a freddo per la scena. Il cantato si è fatto ancora più incisivo, cori e controcanti supportano il concept in maniera maniacale e il drummin' di Jón Geir Jóhannsson è forsennato. 'Niflheimur' e 'Helheimur' gli apici di una scaletta da scorrere con le cuffie mentre si sfoglia un libro sulla mitologia norrena.