Per quanto mi riguarda potete definirlo come volete ma non azzardatevi a tirare fuori il termine metal perché potrei diventare violento. Gli svedesi finiscono definitivamente di sputtanarsi con una dozzina di tracce che cercano di suonare accattivanti agli appassionati di pop e vantano un profilo elettronico spiccato. A fare sprofondare 'Maximalism' nel baratro dell'inutilità sono la pochezza delle liriche e la propensione per soluzioni sintetiche talmente scontate che potrebbero usate per qualche sigla di programmi adolescenziali. Immagino che quello sia il pubblico a cui facciano riferimenti gli Amaranthe ma c'è un limite a tutto. Giusto per chiarire non è la patina commerciale che ricopre 'That Song' o '21' a disgustare perchè vi assicuro che il pop nordico è tutt'altra cosa. A creare problemi di stomaco sono l'inconsistenza totale sia della struttura compositiva che della materia accessoria così come il fortissimo sentore che questa robaccia di plastica fuoriesca esclusivamente dalla scheda audio di un computer. Dispiace vedere Elize Ryd doversi misurare con coretti del genere e dispiace ancora di più che un chitarrista dotato come Olof Mörck debba prestarsi ad un tale scempio, di fronte al quale nemmeno Jacob Hansen ha potuto porre rimedio.