Se un album del genere fosse uscito all’inizio dello scorso decennio probabilmente staremmo parlando di Chris “The Lord” Harms in altri termini e lui sarebbe da anni residente a Beverly Hills con la possibilità di trascorrere buona parte del suo tempo in piscina insieme ad un paio di escort. Il concept futuristico di ‘Empyrean’ non è altro che un’evoluzione di quanto prodotto in passato con ‘Antagony’ o ‘Die Tomorrow’ ma i suoni, per cui sono stati convolti i Formalin, appaiono decisamente più competitivi. Il mix tra industrial e glam, electro e gothic, Rammstein e H.I.M. è servito a dosi massicce attraverso una scaletta stracolma di potenziali singoli e hit da classifica. Un peccato che l’ebm ed il future pop siano ormai un ricordo per la stampa specializzata e che pure il subdolo sound di Marilyn Manson e Deathstars sia passato fuori moda. Altrimenti la carica esplosiva dell’ex The Pleasures sarebbe immortalata sulle maggiori copertine ed il riscontro di ‘The Love Of God’ o ‘Black Oxide’, che vede la partecipazione di Scarlet Dorn, sarebbe discusso ai piani alti dell’industria discografica. Il successore di ‘From The Flame Into The Fire’ è proposto in più versioni, nella deluxe troverete il mini album ‘The Final Chapter Of Mankind’ come bonus, e tra soluzioni melodiche di ampio respiro, chorus giganteschi e passaggi più aggressivi sarete costretti a recuperare i lavori migliori di Shotgun Messiah, In Strict Confidence, L’Ame Immortelle e Dope Stars Inc. ‘Raining Stars’, ‘In Silence’ e ‘No Gods, No War’ altri apici di una tracklist che segna la mutazione da un profilo underground tutto sommato basso ad una possibile esposizione internazionale.