Già il titolo ‘The Ultimate Collection’ non mi piace. Non tanto per l’operazione commerciale che si cela dietro a quel titolo. Il motivo è lo stesso per il quale non mi sono piaciute le immagini dell’ultimo concerto dei Black Sabbath a Birmingham. È vero che è sempre triste quando si chiude un’era ma in questo caso non parliamo solo di una grande band. Stiamo parlando della storia. Tutto ciò che è venuto dopo, nel rock, nel metal e nella musica in generale ha subito la pesante influenza di quello che Tony Iommi, Bill Ward, Geezer Butler e Ozzy Osbourne hanno saputo regalare al mondo. L’etichetta ci ricorda che in quarantacinque anni di carriera gli inglesi hanno venduto più di settantacinque milioni di dischi, con ventiquattro dischi di platino nel solo Regno Unito e oltre quindici milioni di dischi negli Stati Uniti. Roba da sfamarci generazioni di parenti ma i soldi nulla contano contro la magia di classici come ‘Iron Man’, ‘War Pigs’, ‘Paranoid’ o ‘Sabbath Bloody Sabbath’. In quelle note, rimasterizzate per l’occasione da Andy Pearce, si nasconde un po' tutto di cui i nostri genitori avevano bisogno e di cui, noi in prima persona, abbiamo un disperato bisogno. Musica senza tempo.