Le scelte nella vita sono determinanti. A volte il destino va saputo piegare al proprio volere. Nonostante il notevole successo di ‘Alive Or Just Breathing’ i Killswitch Engage hanno perso immediatamente il cantante Jesse Leach (che comunque partecipa all’album) e si sono trovati nell’impossibilità di promuovere dal vivo un album che nel frattempo stava dominando il file sharing. Difficoltà superate a tempo di record ingaggiando Howard Jones, un vero animale da palco incredibilmente simile per timbro e potenza vocale a Leach, capace di stuprare le proprie corde vocali nelle parti tirate ma anche a suo agio in quelle melodiche (che in questo genere fanno davvero la differenza). L’ingresso di Jones e di Justin Foley alla batteria ha dato ancora più spinta a quella che era già una macchina da guerra dal potenziale disarmante. Senza troppi giri di parole ‘The End Of Heartache’ è il più violento bastardo mix tra hardcore e swedish death che mi sia mai capitato di ascoltare. Un disco ferale, crudele, agghiacciante costruito su un songwritin’ elaborato e ispiratissimo che riscrive la definizione di violenza in musica. Adam Dukiewitz (chitarrista e produttore) il genio dietro al concetto malato di canzoni come ‘Take This Oath’, ‘Rose Of Sharyn’ e ‘When Darkness Fall’ che non solo hanno il potere di devastare le cellule cerebrali ma sono anche tremendamente intelligenti e quindi sempre più efficaci. Un dolore fisico che si associa al retaggio di elementi thrash death che non sono stati dimenticati e al mutamento del metal in funzione di un suono che non ha più confini. Siamo già morti e sepolti. L’immagine che appare a poco a poco nella mia mente è quella di una condanna che si avvicina inesorabile come il fragore delle chitarre, le grida e una ritmica ossessiva che si infrangono come onde su una spiaggia deserta. Nessuna salvezza. Non ci resta nient’altro..