Non sembra arrestarsi la parabola ascendente degli svedesi che hanno pubblicato tre lavori in studio diversi tra loro e adesso mirano alla consacrazione internazionale definitiva. L’esordio fece capitolare gli appassionati di doom che improvvisamente si videro materializzare davanti agli occhi una dea bionda, fino a quel momento impegnata nel circuito jazz locale, mentre sullo sfondo riecheggiavano i soliti Candlemass e Black Sabbath. Due anni più tardi, ‘The Girl With The Raven Mask’ seppe spingersi su versanti più rock e vagamente pop con una produzione moderna che permise di allargare in maniera notevole lo spettro del potenziale pubblico di riferimento. 'Hurricanes And Halos' completa l'opera puntando su suoni stratosferici e confermano ancora una volta David Castillo come uno dei migliori produttori del momento. In parallelo il songwriting non è stato intaccato dai problemi di salute di Leif Edling ed al contrario si è rafforzato col tempo. 'Into The Fire/Into The Storm' non è soltanto la dimostrazione delle qualità canore-espressive di Jennie-Ann Smith ma un attestato di forza prima che l'intero album sveli tutte le sue intriganti sfumature. 'Road To Jerusalem' e 'A Kiss (From The End Of The World)' coincidono con gli apici di una tracklist dirompente, quando l'energia prende il sopravvento, eppure estremamente elegante, allorché le oscure melodie tanto amate da Marcus Jidell (The Doomsday Kingdom, Soen) si impongono nel tessuto strumentale. Uno stile unico, peraltro originato da una scena impoverita come quella di Stoccolma, in cui fragili ballate che non sembrano di questo mondo lasciano spazio a riff epici, alle solide percussioni di Lars Sköld (Tiamat) così come a citazioni ad arte di The Devil's Blood, Ghost e Blue Öyster Cult.