‘Ira’ non è stato solamente uno dei dischi più belli in assoluto di due anni fa, ma un disco in grado di trasmettere un messaggio fortissimo all’intera scena italiana. Di fatto il progetto di Jacopo Incani ha ormai ben poco a che vedere col nostro panorama e sono contino che nei prossimi anni verrà invitato ad esibirsi all’estero con frequenza sempre più alta. In ogni caso infondere credibilità live al materiale è stato il passaggio più complesso di un processo che ha permesso all’artista di origini sarde, in passato su ‘Alone’ di Gianni Maroccolo e autore di uno split con i Verdena, di primeggiare nello scenario indipendente di casa nostra. In ‘Qui Noi Cadiamo Verso Il Fondo Gelido’, verso preso dall’evocativa ‘Ojos’, non troverete soltanto alcuni dei momenti migliori dei tour, tre ben distinti da cui cogliere le più varie angolazioni sonore, ma anche numerosi inediti, nati dall’improvvisazione e dal confronto continuo con “la mandria”. Tra quelle performance spettacolari, ricordo come fosse ora quella a Pistoia Blues con Vieri Cervelli Montel di supporto. Un suono gigantesco ed un concerto memorabile, che adesso ritorna fortissimo alla mente grazie a questo gioiello in bilico tra elettronica e strumentazione acustica e realizzato in nome dell’organicità più pura e di una compattezza disarmante. Gli inediti sono piuttosto diversi tra loro e, se per certi versi chiudono l’era di ‘Ira’, per altri aprono le porte ad un’ulteriore evoluzione sonora, che forse la produzione del capolavoro ‘Spira’ di Daniela Pes aveva già in parte anticipato. In fase di intervista, per Classic Rock, Jacopo mi ha confessato che il momento di svolta in carriera, per intenderci quando le pulsioni elettroniche hanno cominciato a caratterizzare la sua opera, ha coinciso con la scrittura di ‘Tanca’. Dobbiamo quindi ringraziare quel processo illuminato, perché ci ha donato un artista immenso, del quale potremo nutrirci ancora per molto.