Come è nata la band?
Abbiamo iniziato nel 2017. Ho cominciato a cercare musicisti della scena rock, metal e hardcore su Facebook e dopo circa due mesi ho trovato il batterista. A quel punto sono passato dal basso alla chitarra ed abbiamo aggiunto Dominic alla chitarra. Nell’agosto del 2018 eravamo al completo e abbiamo registrato il primo album ‘Enough’, che è uscito nel Novembre di quell’anno. Da quel momento abbiamo subito ricominciato a scrivere musica, registrare demo e suonare dal vivo e nel giro di tre anni siamo arrivati a pubblicare questo secondo album che significa molto per noi.

Quali sono stati i momenti più importanti fino adesso?
Potrei dirtene tanti. Sicuramente quando si è aggiunta Jules è stato importante perché la sua voce ha dato personalità alle canzoni e ci ha permesso di distinguerci nella scena post-hardcore. Ci siamo esibiti in alcuni festival al fianco di gruppi come Jinjer, Hatebreed e Bullet For My Valentine e anche quelle esperienze sono state determinanti per il nostro processo di crescita. Poi abbiamo firmato per Napalm Records e da quel momento in poi tutto si è fatto più professionale. Siamo molto felici di far parte del catalogo di un’etichetta così grande. ‘Nightfall’ è pronto da quasi due anni ed è stato stressante aspettare così tanto per farlo uscire ma pensiamo di averlo fatto nel momento giusto.

Come avete scelto di chiamarvi così?
Non ricordo il motivo specifico ma volevo un nome che fosse legato al mio paese d’origine che è il Portogallo.

Avete immediatamente deciso di suonare hardcore melodico oppure si è trattato di un processo evolutivo?
È stato senza dubbio un processo e lo dimostra il fatto che i due album sono piuttosto diversi tra loro. Con ‘Enough’ dovevamo capire tante cose, soprattutto come scrivere canzoni e come produrle, e poi ero da poco passato alla chitarra, dopo circa dieci anni trascorsi a suonare al basso. C’è voluto tempo per scrivere i riff giusti e riuscire ad arrangiare i pezzi come volevamo. All’inizio non ci interessava seguire un filone preciso ma semplicemente suonare moderni e far parte della scena metalcore. Abbiamo lavorato con due produttori del calibro di Christoph Wiezcorek e Julian Breucker, che ci hanno aiutato molto e, dopo tanti tentativi e qualche errore, siamo arrivati a dove siamo adesso.

Come è stato lavorare con Christoph Wiezcorek?
È stato fenomenale. Ci ha dato tanti suggerimenti ma non ha mai imposto la sua visione. Al contrario ha lasciato che emergessero le nostre idee facendoci capire che era solo una questione di tempo.

Di quali fantasmi parlate in ‘Ghosts’?
Il pezzo parla di problemi personali ed è Jules a scrivere tutti i testi. Siamo molto contenti del video girato da Peter Leukhardt perché ha saputo trasmettere la nostra essenza. Inoltre la collaborazione con Rudi Schwarzer degli Annisokay ci ha dato tanta visibilità.

A parte ‘Ghosts’ quali sono le altre tracce chiave dell’album a tuo parere?
‘Mirror’ è un pezzo dal tiro più rock rispetto agli altri. ‘Nightfall’ penso che sia il pezzo che ci rappresenta meglio con un riffing molto potente, clean vocals d’effetto e la partecipazione di Andy Doerner dei Caliban. È una struttura accattivante ma con un testo capace di far riflettere. Un altro pezzo a cui sono parecchio legato è ‘Into The Storm’, perché il riff è il più thrash dell’album ed il coro molto pop.

Avete anche ripreso ‘Shallow’ da ‘A Star Is Born’. Immagino che Jules sia Lady Gaga ma chi è Bradley Cooper di voi altri...
Non saprei ma sarebbe giusto contare anche Mike Perez dei No Bragging Rights.

Il vostro appeal è decisamente moderno eppure avete scelto un’immagine statuaria e reminiscente del passato come cover.
Hai ragione ma volevamo qualcosa di creativo e sinistro. In fin dei conti la nostra musica è piuttosto dark.

Quali sono le altre band tedesche che rispettate maggiormente?
Ci piacciono molto gli Eskimo Callboy. Sono la tipica party band ma dal vivo sono molto coinvolgenti. Poi i Rammstein. Sta per uscire il nuovo album e siamo tutti eccitati a riguardo.

(parole di Andre Alves)