-Core
Simus
Italia
Pubblicato il 05/03/2015 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto vorrei che presentaste la band con una breve biografia sottolineando quelli che sono stati gli eventi chiave che vi hanno portato alla pubblicazione di 'Vox Vult'..
I Simus nascono a marzo del 2008 con un intento non semplice che è quello di associare la propria musica ad altri tipi di espressione artistica per coinvolgere maggiormente il pubblico. Le nostre canzoni si muovono tra rock, prog e metal, amalgamando mondi sonori differenti per creare atmosfere mutevoli ma avvolgenti al contempo. Nel 2010 esce per Myphonic Records il nostro primo ep “Human Prison” e la bellissima copertina dell’album è un’opera dell’amico pittore Rosario Chinello. Le prime soddisfazioni arrivano quasi subito perché il singolo “Drops and Lies” entra a far parte di diverse compilation tra cui la californiana “Kill City vol.29 “, e nell’estate dello stesso anno la partecipazione al Colonia Sonora Festival, ci da la possibilità di condividere il palco con gli statunitensi Coheed and Cambria. A maggio del 2012, girato dai Naffintusi e con protagonista l’attrice modella Ilaria Pozzi, arriva il primo vero videoclip col singolo “Placet Caiak”, che farà poi parte del materiale del nuovo album. A questo punto a dicembre 2012, collaborando con la Jack Rock Agency, giunge l’opportunità, tanto desiderata, di varcare i confini nazionali per un tour di 8 date in Russia insieme ad Audrey e Rhyme. Proprio la bella esperienza del tour in Russia rappresenta una tappa fondamentale nel processo di crescita personale e musicale della band. Tutti questi eventi e non per ultimo la firma con la Bakerteam Records , ci hanno formato e ci hanno permesso di arrivare alla pubblicazione di “Vox Vult”.

Quali sono le vostre influenze principali?
Le nostre influenze principali sono gruppi come Tool, Meshuggah , Mastodon , A Perfect Circle, S.O.A. D ed in genere tutte quelle band che riescono a creare canzoni con atmosfere bellissime ed ipnotiche senza tralasciare l’originalità compositiva e la tecnica.

Come nascono le vostre canzoni? Da un riff, una linea melodica o dal testo?
La nascita di un nostro pezzo è sempre un’esperienza diversa. A volte si parte da un riff o da una melodia, altre volte dal testo oppure da spunti argomentativi molto vari che vanno dalla filosofia, alla storia, alla psicologia, alla letteratura, alla mitologia, alla scienza, alla magia e a molto altro ancora. In generale, indipendentemente dal modus operandi, la nostra fantasia e la cura per le atmosfere assumono un ruolo fondamentale poiché permettono alla nostra musica di evolversi spontaneamente alla ricerca della propria connotazione stilistica all’interno di uno o più generi musicali.

Quanto è difficile proporre un'interpretazione originale in ambito prog metal di questi tempi?
Considerando tutto quello che musicalmente è stato fatto sino a oggi in ambito prog metal e non solo, è obbiettivamente non facile essere originali, ma non impossibile in un certo senso. A nostro modestissimo parere un aiuto importante in questa direzione possono essere sia la valutazione oggettiva del nostro lavoro e di quello delle band che maggiormente ci piacciono, sia soprattutto la ricerca consapevole di tutte quelle sfumature interiori che naturalmente ci possono permettere di dare una forte personalità alla nostra musica. Il risultato di questo intenso “lavoro” introspettivo può dare grossissime soddisfazioni sia a livello personale che di gruppo, se non ci si preoccupa troppo di dover etichettare e catalogare secondo schemi artistici/musicali predefiniti tutto quello che viene fatto. Simus (dal latino “che noi siamo”) è appunto un’esortazione all’essere , al divenire, all’evolversi, per quanto possibile, lontano da preconcetti e condizionamenti esterni.

Quale significato si cela dietro al titolo 'Vox Vult'? C'è una sorta di concept che accompagna l'album? 
“Vox Vult” (dove “Vox” che viene dal latino, sta per suono, voce, canto) significa letteralmente “La Voce vuole”. La volontà di questa “voce/suono” si collega al profondo significato dell’OM, il mantra più importante della religione induista, considerato appunto il suono primordiale da cui ha avuto origine la creazione di tutte le cose. Il concept dell’album ruota proprio attorno a “Vox Vult” , la Voce che crea e racconta allo stesso tempo, le storie delle 11 tracce del cd, in una dimensione in cui passato, presente e futuro coesistono simultaneamente. Il tema dominante dell’album è la ricerca sul significato spirituale dell’esistenza e dell’evoluzione dell’uomo sulla terra, attraverso l’esperienza dei secoli.

Quanto è stato importante 'Human Prison' per ottenere un suono personale? Su quale tipologia di produzione vi siete orientati per il full lenght?
Human Prison è stato un lavoro necessario e importantissimo per la nostra crescita musicale e personale poiché rappresenta tutt’oggi la nostra gran voglia di fare, di metterci in discussione, di ricercare e definire la nostra identità come band. Grazie ad esso ci siamo potuti guardare allo specchio per capire quali erano i nostri limiti, i nostri errori, quanto fossimo ancora inesperti ma anche quanto fossimo determinati a migliorare. Human Prison ci ha fornito le fondamenta che ci hanno permesso di lavorare a tutto il materiale di Vox Vult con un approccio più professionale e meno frettoloso. Per quanto riguarda la produzione possiamo dire che i riferimenti maggiori sono stati alcuni lavori di Tool, Mastodon e Meshuggah.

E' stato difficile mixarlo? Quante versioni avete ascoltato prima di scegliere la definitiva?
Il mix è stato un lavoro abbastanza lungo e complesso sia perché siamo pignoli e sia perché il materiale era molto vario e ricco di dettagli che non volevamo assolutamente perdere strada facendo. Il risultato è stato eccezionale soprattutto grazie al lavoro certosino e alla pazienza di Carlo “Fajo” Girardi che lo ha curato per intero. Se la memoria non inganna abbiamo ascoltato 3 o 4 versioni prima di scegliere quella definitiva.

Provate adesso a recensire 'Planet Caiak' e 'The Golden Pendulum Of Babylon' per i nostri lettori..
Ci piace definire “Planet Caiak” come la trasposizione musicale dell’esperienza del “sogno lucido”, di cui per l’appunto parla il testo della canzone. Il pezzo parte con un ipnotico e incalzante riff di basso che sin da subito spiana la strada ad un’atmosfera onirica e moderna caratterizzata da un cantato che strizza l’occhio agli anni 80’. Da qui il pezzo continua ad evolversi ed arrivano momenti più decisi in cui la fanno da padrone ritmiche cariche di groove , riff incisivi e potenti ed una voce a metà tra growl e scream. Planet Caiak è una bellissima cavalcata sonora che parte dal sogno e finisce con la realtà. The Golden Pendulum of Babylon è uno dei primi pezzi che abbiamo scritto per “Vox Vult” e racchiude nei suoi quasi nove minuti un po’ tutte le sfumature e caratteristiche che appartengono al nostro universo musicale. Groove, melodia, ricerca del suono , riff potenti e avvolgenti , trame intricate e accattivanti, coesistono in un’atmosfera evocativa e fuori dal tempo in cui tutta la passione l’energia dei Simus trovano libera espressione.

Chi è 'The Soulmaker'? Perchè avete scelto proprio questo brano come singolo?
The Soulmaker è stato scelto perché è uno dei pezzi che ci piace maggiormente suonare dal vivo. E’ potente, dinamico, tecnico, coinvolgente e divertente allo stesso tempo. “The Soulmaker” ,ovvero il “Fabbricante di anime” è un uomo molto astuto e curioso ,che in un epoca remota e lontana dalla memoria storica del genere umano, ha fatto un patto davvero singolare col signore dell’inferno. L’accordo in questione, permetteva in primis al Diavolo di far nuovamente grandi affari dato che reperire anime grasse da bruciare all’inferno era diventato quasi impossibile; e al nostro Soulmaker di conoscere e di insegnare poi agli uomini che avessero dimostrato un minimo di volontà, il modo di fabbricarsi un’anima, in un tempo in cui gli esseri umani, vivendo in maniera del tutto meccanica, avevano completamente dimenticato, quali fossero la loro vera natura ed il proprio scopo sulla terra. La grande astuzia del Soulmaker sta nel fatto che se da una parte si è offerto di salvare l’inferno per sete di conoscenza, dall’altra ha anche escogitato un modo geniale per ingannare il signore del male in persona. Questa storia secoli dopo secoli rimane attuale sotto tanti aspetti ed il Diavolo che non tollera certo di essere stato ingannato, è costantemente alla ricerca del Fabbricante di anime per potersi vendicare . E’ tutto nel testo e nel video della canzone quindi non possiamo che augurarvi buon ascolto e buona visione.

Avete recentemente diffuso un video per il pezzo. Chi lo ha girato? Dove si sono svolte le riprese? Com'è stata l'esperienza in generale?
Si è vero il video è uscito a dicembre, un paio di mesi prima dell’album. Siamo una band emergente e ci sembrava un ottimo modo per farci conoscere . E’stato girato da due bravissimi registi, Marco Mazzoni e Riccardo Rossi ed è stata un’esperienza stupenda e affascinante, dove non è mancato il divertimento ma neanche la fatica. Si è trattato di due giorni di riprese intensissimi, dalla mattina presto sino a quasi mezzanotte, suddivisi in quattro location non sempre vicinissime tra loro. Gli esterni son stati girati nei pressi di Villa de Vecchi, un’ antica costruzione abbandonata della metà dell’ottocento, che si trova in Valsassina in provincia di Lecco. Gli interni invece son stati girati al Centrale Rock Pub di Erba, all’interno di un vecchio capannone industriale a Carugo e nella casa funeraria delle Onoranze Funebri Chinello a Somma Lombardo.

Chi si è occupato dell'artwork dell'album? A cosa è ispirato?
L’artwork è esplicitamente ispirato alla figura di Giano Bifronte, antichissima divinità Romano-italica, , il dio degli inizi. Esso è raffigurato con due teste, poiché può guardare sia all’esterno che all’interno, sia al futuro che al passato, e come simbolo di buon auspicio, presiede alle porte, ai passaggi, alle soglie sia di natura materiale che immateriale come può essere l’inizio di una nuova impresa. Per questo presiede all’inizio del nostro album, al passaggio immaginario ,attraverso cui l’ascoltatore accede al nostro universo musicale. Il “volto” della copertina di “Vox Vult” e stato preso da un‘opera del nostro amico pittore Rosario Chinello . Tutto il bellissimo lavoro intorno ad esso, all’interno e all’esterno del digipak è stato fatto dall’ Antisocial Studio ,mentre il simbolo sul cd fisico ed i caratteri alfabetici usati per il titolo dell’album e per i titoli delle canzoni sono opera del grafico Stefano Fusaro.

Quanto sono importanti l'immagine e la componente visuale per una band come la vostra?
Immagine e componente visuale per noi sono molto importanti perché il nostro intento è quello di far si che la nostra musica possa essere un tutt’uno con esse. Questo concetto di “armonia” musicale ed artistica a 360°ci affascina moltissimo e vogliamo che diventi uno dei pilastri principali della nostra musica.

State cercando di allargare la fanbase anche fuori dai nostri confini? Su quali mercati esteri state ricevendo i maggiori feedback?
“Drops and Lies” è un brano che ci ha dato tante soddisfazioni e grazie al quale abbiamo capito che la nostra musica era apprezzata anche fuori dall’Italia. La scelta di cantare in “Vox Vult”, nove tracce in Inglese, una in italiano(Mantis) e una in russo(Fakir)la dice lunga sull’ intento di volerci far conoscere fuori dai confini nazionali. Considerando le buone recensioni giunte sino ad ora, i maggiori feedback stranieri stanno arrivando da Stati Uniti, Inghilterra, Russia, Spagna, Francia, Germania, Austria , Olanda ed anche da alcuni paesi asiatici.

Quali sono le band di Bakerteam o piu' in generale nell'orbita Scarlet che ritenete piu' valide attualmente?
Ci piacciono molto Adimiron, Sawthis, Kattah, Mirrormaze, Infernal Poetry e Reality Grey.

Simus
From Italia

Discography
Vox Vult (2015)