-Core
Die Krupps
Germania
Pubblicato il 06/08/2015 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto vorrei viaggiare insieme a te nella vostra discografia. Mi piacerebbe che sottolineassi le pecularità di ogni album che avete rilasciato e come fu al tempo l'accoglienza del pubblico..
Stahlwerksinfonie – Che io sappia è stato il primo album con percussioni di acciaio. Il primo degli Einstuerzende Neubauten venne fuori circa sei mesi dopo e questo a Blixa Bargeld non andrà mai giu'! L'album venne registrato presso lo studio dei Can con Holger Czukay e Jaki Liebezeit. Il mixaggio invece fu effettuato ai Conny Plank Studios. Posso dirti che 'Metal Machine Music' di Lou Reed e 'The Modern Dance' dei Pere Ubu furono due grandi influenze all'epoca.
Volle Kraft Voraus – Insieme a 'Alles Ist Gut' dei DAF è stato il primo album EBM prima ancora che il termine venisse inventato. Suonanno in tour insieme e siamo tuttora amici. Le canzoni erano punk ma con i synth al posto delle chitarre. Anche le liriche erano simili a quelle dei Male, brevi, provocatorie e costruite come degli slogan. Ha rappresentato la transizione dei Die Krupps nel mondo electro e la reazione del pubblico fu entusiasta.
Entering The Arena – Venne pubblicato in formato mini dall'etichetta inglese a cui eravamo legati. Solo versioni demo dei mix erano pronte e si trattava comunque di metà del materiale su cui stavamo lavorando. Provammo in tutti i modi a fermare la release ma non ci riuscimmo. I nostri demo originali suonavano meglio di quelli che uscirono nei negozi.
I – E' stato il primo album dei Die Krupps con l'aggiunta di chitarre metal. A suonarle furono i chitarristi degli Accuser alla fine della produzione. Un sacco di persone pensarono che fossimo pazzi ma abbiamo dimostrato che fu la mossa giusta. Abbiamo praticamente dato vita alla Neue Deutsche Härte. Ho sempre amato innovare, sorprendere la gente ed andare contro la massa. Nessuno è tenuto a sapere quali sono i nostri piani.
II – The Final Option – Per la prima volta scrivemmo un album pensato per le chitarre con i synth aggiunti in seguito. Per questo suona più rock del precedente. Dal punto di vista vocale cambiai il mio stile e cercai di avvicinarmi ai tipici cantanti metal. Per essere un esperimento andò piuttosto bene e alcune delle più famose canzoni dei Die Krupps fanno parte di quella scaletta. 'Fatherland', 'To The Hilt', 'Bloodsuckers' e 'Crossfire' le suoniamo ancora dal vivo.
III – Odyssey Of The Mind – Solo la prima settimana vendemmo 55,000 copie. Era ancora più metal di 'The Final Option' ed i giornalisti cominciarono a chiamarci i padrini dell'industrial metal. Penso proprio avessero ragione.
Paradise Now – Le nostre tipiche sequenze di bassi furono rimpiazzate da loop noise e le chitarre erano predominanti. E' senza dubbio il nostro album più heavy. Forse troppo. Finimmo comunque nella top venti tedesca.
The Machinists Of Joy – Il mini 'Als Waeren Wir Fuer Immer' fu un assaggio di questo nuovo album con cui cercammo di spaziare in tutta la carriera dei Die Krupps. Più ebm dei precedenti con un tocco di metal. Volevamo dimostrare di non avere dimenticato le nostre origini ed allo stesso tempo di sapere ancora scrivere del grande materiale senza suonare come una copia del passato.

Quanto è cambiato il tuo approccio nello scrivere i testi in tutti questi anni? Hai introdotto dei nuovi temi con le ultime release?
Le liriche hanno sempre fatto parte del concept generale di ogni album o comunque del concept che c’è dietro ai Die Krupps. Siamo una band politica e vogliamo che il nostro punto di vista sia chiaro. Mi comporto come osservatore o commentatore di eventi storici o dell’attualità.

Quali sono i testi a cui sei più legato in assoluto?
‘Fatherland’ perché il tema antifascista della canzone è importante oggi come lo era vent’anni fa. Se non ancora di più. ‘Alive’ per il suo messaggio positivo e le sue liriche ispirate che hanno aiutato molti dei nostri fans nei momenti più difficili. ‘Volle Kraft Voraus’ a causa della potente forza che riesce a generare. E’ una canzone che ti spinge a guardare avanti e superare i propri limiti senza mai voltarsi indietro. Questo è il concept dei Die Krupps.

Qual è il vostro bestseller al momento?
Credo ‘Odyssey Of The Mind’ ma la storia potrebbe cambiare con ‘Metal Machine Music’.

Ed il più sottovalutato?
L’album che non è mai stato quello che avrebbe potuto essere è ‘Entering The Arena’. Mentre lavoravamo in studio con Zeus B. Held (Dead Or Alive, Gina X) la nostra etichetta, Statik Records, cadde in bancarotta. Le registrazioni vennero stoppate a metà e metà delle canzoni non complete furono pubblicate come ep contro il nostro volere. Sarebbe stato un grande album. Un giorno spero di mettere mano ai demo originali per mostrarlo al mondo.

Qual è il migliore pregio di Ralf Dörper?
La sua abilità nel contribuire a livello di idee e prendersi cura delle nostre finanze. E’ un ex impiegato di banca e quindi sa perfettamente come fare.

E il peggiore difetto?
E’ un po’ tirchio. Lo chiamavamo Paperone de’ Paperoni ma adesso, con il passare degli anni, è cambiato in meglio.

Ti ricordi come l’hai conosciuto?
Ci siamo conosciuti nel ‘78 al Ratinger Hof, il punk club che frequentavamo a Dusseldorf. Indossava un giaccone marrone e delle “white popper shoes”, come noi punk dicevamo a quel tempo..

Quali erano i vostri obiettivi a quel tempo? Quanto sono cambiati nel corso degli anni?
Volevamo creare qualcosa di innovativo che nessuno avesse mai sperimentato prima di allora e credo che con ‘Stahlwerksinfonie’ ci siamo riusciti. Mi sto occupando proprio adesso di un remake dell’album con artisti di band come Faust, Pyrolator e Guru Guru. Con gli anni abbiamo cercato di superare i nostri limiti e perfezionare lo stile che avevamo creato. Il nostro nuovo album lo dimostra alla grande.

Com’è stato accolto il materiale di ‘The Machinists Of Joy’ in tour?
I fans lo hanno apprezzato molto. Soprattutto dalla fazione elettronica mentre con ‘Metal Machine Music’ abbiamo cercato di realizzare qualcosa di più eccitante per tutti coloro si aspettavano un ritorno a sonorità più noise e metal.

Qual era la vostra visione prima di tornare in studio?
Proprio di quella di trovare la perfetta simbiosi tra il metal e la musica delle macchine. In pratica l’esperimento che iniziammo negli anni novanta. Credo che chitarre e macchine non siano mai state così tanto in sintonia come in quest’album. E’ una unità totale. Volevo dimostrare che non ci eravamo ammorbiditi negli ultimi anni ed anche dal vivo torneremo ad essere potenti come un tempo.

Quanto ci avete lavorato?
La produzione è durata circa cinque mesi. Alcune canzoni erano gia’ scritte, altre completamente nuove ed altre ancora risalivano agli anni ottanta e novanta. Ho regalato loro una facciata moderna e le ho prodotte in modo che si integrassero bene con il resto del materiale.

Hai utilizzato dei synth particolari durante le sessioni?
Non voglio che i Die Krupps suonino come altre band e quindi ho usato la stessa combinazione tra i Moog e il mio Dave Smith Mopho per le sequenze base. Poi aggiungo rumori con i miei Korg analogici ed il TOM 1501. Trovo che i plugin dei synth perdano in cattiveria, calore e compattezza.

Il nuovo album sembra correlato con ‘Paradise Now’. Possiamo individuare una progressione?
Riprende esattamente da dove c’eravamo lasciati nel ’97. ‘Paradise Now’ non era numerato ma era sostanzialmente il numero IV della fase metal dei Die Krupps mentre ‘Metal Machine Music’ è il numero V. ‘Paradise Now’ era il meno elettronico di tutti i nostri album e non presentava il classico marchio di sequenze di bassi della band ma solo chitarre e loop di synth come esperimento. Personalmente trovo che le sequenze di bassi siano fondamentali per il nostro suono e quindi sono ancora presenti come è stato in ‘Machinists Of Joy’.

Quali sono i momenti chiave dell’album a tuo parere?
Sono convinto che il nuovo album funzioni globalmente anche se ci sono dei pezzi che amo in particolare come ‘Kaltes Herz’, ‘Road Rage Warrior’ e ‘Battle Extreme/Fly Martyrs Fly’. La prima parla del tipico tedesco, conservativo e pervertito, una sorta di Dr. Jeckyll & Mr. Hyde. La seconda riprende la fine del mondo ed il tema della sopravvivenza di Mad Max mentre il doppio singolo possiede un groove mostruoso ed un appeal da rock club con la seconda parte che è caratterizzata da un testo sull’omicidio massa avvenuto sulle alpi francese. E’ stato possibile solo perché le compagnie tedesche non hanno le stesse regole delle altre. Ci sono così tante leggi in Germania, spesso non necessarie, che trovo assurdo la mancanza di un emendamento sui piloti con problemi mentali. Il problema è che le grandi corporazioni comandano il paese. E’ tutta una questione di soldi.

Quali sono gli album che definiscono meglio la Neue Deutsche Härte?
Non saprei perché non ascolto quel tipo di musica. Ci sono Rammstein e Eisbrecher ma trovo che la stampa usi in modo inappropriato termini come industrial e ebm. Noi facevamo questo tipo di musica molto tempo prima che i giornalisti se ne venissero fuori con queste classificazioni. Le hanno dovute inventare a causa nostra e questo ci fa piacere.

Hai ascoltato qualcosa di interessante in ambito ebm di recente?
Ci saranno sicuramente delle buone band ma non ne ho sentita nessuna negli ultimi tempi. Mi sembrano tutti cloni dei Combichrist. Lo trovo ridicolo e sarebbe il caso che qualcuno spiegasse loro che non ha senso rifare quello che ha già fatto qualcun altro. Non vedo l’urgenza di proporre qualcosa di nuovo ed è molto triste.

A settembre suonerete a Bologna. Che tipologia di show dobbiamo aspettarci?
Suoneremo metà delle canzoni del nuovo album, i singoli di ‘The Machinists Of Joy’ e classici del passato. Non abbiamo mai suonato in Italia, solo io con la mia vecchia band Dkay.com, e quindi sarà un’esperienza indimenticabile. Non potremo portarci dietro tutto il nostro armamentario di luci ed effetti ma quello che conta è l’energia che sappiamo sprigionare dal vivo.

(parole di Jürgen Engler)

 

Die Krupps
From Germania

Discography
Stahlwerksynfonie (1981)
Volle Kraft voraus! (1982)
Entering the Arena (1985)
I (1992)
II - The Final Option (1993)
The Final Remixes (1994)
III - Odyssey of the Mind (1995)
Paradise Now (1997)
The Machinists of Joy (2013)
V - Metal Machine Music (2015)
Stahlwerkrequiem (2016)
Live Im Schatten der Ringe (2016)
Vision 2020 Vision (2019)
Songs From the Dark Side of Heaven (2021)