-Core
High Fighter
Germania
Pubblicato il 31/08/2016 da Lorenzo Becciani

Come siete entrati in contatto con Svart Records?
All'inizio di quest'anno abbiamo spedito dei demo molto grezzi a diverse etichette e l'etichetta finlandese è stata una delle prime a mostrare interesse. Eravamo entusiasti perchè si tratta di una delle etichette più fighe che ci sono in circolazione e adoriamo il loro roster ed i loro lavori. Speravamo che ci rispondessero e anche se altre etichette hanno mostrato interesse non ci siamo mai posti il dubbio. È una combinazione perfetta perché comprendono al cento per cento la nostra visione. Ci sentiamo a casa.

Quali sono i tuoi album preferiti nel loro catalogo?
Sono una grande fan di 'Death By Burning' dei Mantar per esempio ma anche i dischi degli Hexvessel sono eccellenti. Apprezzo il fatto che Svart Records sia molto varia nelle sue release, supporti la cultura musicale finlandese e si sia costruita un nome grazie alle band underground.

Svart Records è potente negli Stati Uniti e nei territori scandinavi. Vi state focalizzando su questi mercati oltre che su quello tedesco?
Non sarebbe male stabilizzarsi su questi due mercati ma credo ci voglia ancora tempo. Ad essere onesti non siamo focalizzati su nessuno mercato. Ci interessa suonare dal vivo il più possibile e produrre altre canzoni che ci piacciono per i prossimi album. Vogliamo divertirci, all'interno della band ma anche quando siamo con i ragazzi che vengono ai nostri concerti. Non importa che accada in Germania, Francia, Polonia, Olanda, Inghilterra, Scandinavia o Stati Uniti. Il problema è che in alcuni posti, come la Svezia per esempio, è difficile organizzare concerti se sei una piccola band underground tedesca. Ancora non abbiamo pensato ad un tour americano ma accoglieremo tutte le proposte interessanti.

Come avete vissuto la transizione da 'The Goat Ritual' a 'Scars & Crosses'?
Credo sia il prezzo di avere suonato molto dal vivo. Devi sapere che quando abbiamo registrato 'The Goat Ritual', live in un weekend nella nostra sala prove, ci eravamo appena formati e venivamo da band con diversi background. Non avevamo mai suonato dal vivo fino a quel momento. Appena uscito l'ep abbiamo fissato divese date, tour e festival e scritto nuovo materiale che è stato provato dal vivo. Quindi credo il nostro sound ha avuto la possibilità di crescere e 'Scars & Crosses' è decisamente più omogeneo. Amo lo spirito di 'The Goat Ritual' ma durante questi due anni abbiamo trovato noi stessi.

Quali sono le differenze principali in termini di sound e songwriting tra le due release?
Come ti dicevo l'avere suonato in maniera intensiva tra i due dischi rappresenta la differenza più grande. Le tracce hanno avuto più tempo di crescere ed eravamo preparati quando a marzo siamo entrati ai RAMA Studios di Mannheim. L'album è stato registrato con Jens Siefert in dieci giorni. Ha svolto un lavoro eccellente e siamo stati fortunati ad avere Toshi Kasai per il mixaggio e il mastering. È il responsabile del sound di Melvins e Big Business, puoi immaginarti come abbiamo preso la notizia del suo coinvolgimento. 'The Goat Ritual' era puro do it yourself, registrato in sala prove in un weekend con un suono grezzo. In comune c'è il fatto che siamo una jam band. Scriviamo le nostre canzoni in sessioni intense senza un leader o un compositore principale. Abbiamo registrato entrambi i dischi in modalità live perché questa è la modalità che preferiamo. Le registrazioni live hanno più anima e personalità. Ci piace mantenere la nostra musica dinamica e autentica con un suono grezzo ma caldo.

Puoi darci qualche dettaglio tecnico sulle registrazioni?
Abbiamo registrato gli strumenti dal vivo e tutte le tracce sono one-takes. Non ci sono state modifiche o parti aggiunte in seguito se non gli assoli di chitarra, la mia voce e le backing vocals di cui si è occupato il nostro batterista. Il primo giorno è stato molto importante per definire il suono, i microfoni e la strumentazione in generale. Jens Siefert è un ragazzo determinato che vuole essere sicuro che tutto sia perfetto. Inoltre è rilassante e amichevole per cui è facile lavorarci insieme. Ce l'avevano raccomandato i nostri amici AHAB quando abbiamo suonato insieme lo scorso inverno. Il suo studio è magico. Dopo dieci giorni Toshi ha lavorato sui brani nel suo studio di Los Angeles. È stato bravissimo a catturare la componente grezza, sporca e cattiva delle canzoni ed aggiungere un tocco di calore.

Qual è la cicatrice più grande che hai sul tuo corpo?
Ne ho tante su braccia e mani e sono causate dal mio amore per i gatti che ha origine molti anni fa. La più grande non si vede sul corpo ma solo nella mia anima quando ascolto la nostra musica. Nella vita ne collezioniamo tante e rappresentano la nostra storia. Fanno parte di te così come i lati positivi.

Sei affascinata dalle icone religiose? Qual è la più bella chiesa che hai mai visitato?
Non le trovo così belle. Magari impressionano, ma non sono una grande fan delle chiese e delle religioni in generale. Di solito non entro nemmeno perché mi sento a disagio e non benvenuta. Ho un padre che non c'è mai stato per i propri figli e ricordo che quando ero piccola disse che per lui Dio significava più di chiunque altro. Non dimenticherò mai quella frase. In questo periodo è facile parlare di estremismi e spesso parte tutto dai nostri salotti. Ci sono tipologie di violenza che fanno parte della vita di tutti i giorni. Credo in ciò che è reale e posso toccare. Non nelle divinità. Di questo parla 'Gods'. Quindi per rispondere alla tua domanda giochiamo con le icone religiose ma non in loro favore.

Di cosa parlano i tuoi testi in generale?
Per tornare alla domanda delle cicatrici, 'Scars & Crosses' ha a che vedere soprattutto col passato oscuro, con le ferite e le cicatrici dell'anima che la vita ci regala. Parla dei propri demoni, di un'esistenza vissuta tra paradiso e inferno. Questo è il motivo per cui ho scelto una croce come simbolo o metafora delle radici del male. Dalle cicatrici possiamo imparare molto anche se molto persone che fanno parte della nostra società le vedono come dimostrazione di una cattiva attitudine o brutto carattere. Spesso dobbiamo essere dei 'Blinder', cambiare noi stessi fino ad essere accettati e amati. In questo album rispondiamo di no, le cicatrici non sono sintomi di brutto carattere o di qualcosa che dovremmo cambiare o ignorare. Dobbiamo imparare ad amarle perché le abbiamo tutti.

Come componi solitamente?
L'ispirazione nasce un po' ovunque, dal passato e dal presente. Normalmente scrivo meglio dopo avere bevuto del vino ma scrivo di continuo. Una frase puo' originarsi mentre sono seduta ad aspettare il treno o quando sono nello spirito di comporre un testo intero. La vita offre enormi fonti di ispirazione. Anche se non scrivo di politica difficilmente troverai dei testi allegri negli High Fighter. Mi piace connettermi col mio lato oscuro. Di solito aspetto che un pezzo sia pronto dal punto di vista strumentale prima di aggiungerci le parti vocali. Non voglio confondere nessuno con la mia voce. Detto questo appena ascolto un riff so già se ci canterò sopra pulita, in growl o scream. È puro istinto. Il resto è tecnica che ho accumulato in anni di appartenenza a varie band e numerosi tour, cercando di non perdere la voce e sviluppare parti diverse a seconda degli arrangiamenti.

Quali sono le tue influenze più recenti?
Non è un segreto che sia una fan dei Conan. Beside Sleep, Conan e Ahab sono tra le più grandi doom band di tutti i tempi. Nella mia lista di Spotify puoi trovare anche Mantar, Black Mountain, Indian Handcraft, Brant Bjork, Alunah, Red Fang, Kvelertak e Kylesa oltre band più vecchie come Beatles, Alice In Chains, Pantera, EyeHateGod e Kyuss.

In passato hai lavorato e suonato con tantissime band. Hai mai avuto problemi con qualcuno? Persone antipatiche oppure non professionali...
Diciamo che non sarei professionale nemmeno io se te lo dicessi. Sono fortunata ad avere un lavoro nell'industria musicale perché nella vita sono circondata da musicisti. Odierei lavorare in banca per esempio. Molti degli artisti con cui lavoro sono persone adorabili. Soprattutto in tour capitano momenti negativi o di dovere condividere il bus con qualcuno che non sopporti. Per ora mi è successo solo una volta. Con un'intera band che era sessista e aveva un'attitudine spiacevole. In ogni caso cerco di stare con le persone che amo e nel privato non mi curo di quelle cattive. L'importante è comportarsi bene. Il karma farà il resto.

Cosa significa integrità per te?
Fedeltà. Nella sua interezza, sia che riguardi te stesso, qualcuno o qualcosa.

Dove avete suonato la prima volta? Avete dei rituali particolari prima di ogni concerto?
Con gli High Figher ci siamo esibiti la prima volta al Rock Cafè di St. Pauli il 19 dicembre 2014. E' uno dei locali più belli di Amburgo. Il mio primo concerto in assoluto invece risale a quando avevo quindici anni e militavo in una band metal. Eravamo ubriachi fradici e il batterista salì sul palco nell'esatto momento in cui cominciammo inciampando sulla batteria. Tornando alla mia band attuale non abbiamo rituali particolari prima degli show. Io e Ingwer fumiamo qualcosa di verde e beviamo qualche birra. Niente di strano.

Prova adesso a lasciare un commento sui sette peccati capitali facendo riferimento alle tue esperienze personali e musicali...
Lussuria – Stare sul palco, lo spirito dello show, l'energia e le vibrazioni intense che ti regala il pubblico
Ingordigia – Birra
Avidità – Birra
Accidia – Sono una persona molto attiva che non riposa mai quindi non ho mai avuto problemi con questo peccato capitale
Superbia – Non importa quanto sembri duro, se credo in qualcosa e lo ritengo speciale finirò per portarlo avanti con orgoglio
Ira – Un peccato importante. Fa parte della mia vita più di tutti gli altri. Con la musica cerco di trasportare la rabbia che ho accumulato nella mia storia. Ero una bambina costantemente arrabbiata. L'ira può rovinare tutto e cerco di convinverci nel giusto modo.
Invidia – Hai preso la mia birra vero...

(parole di Mona Miluski)

High Fighter
From Germania

Discography
The Goat Ritual - 2015
Scar & Crosses - 2016